ROMA – “Ringraziamo il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli per aver accolto le nostre sollecitazioni in merito alla necessità di convocare con urgenza una nuova riunione del Tavolo della filiera lattiero-casearia e per aver esplicitato la gravità della situazione macroeconomica che sta scontando il comparto, la quale, per stessa ammissione del titolare del Dicastero delle politiche agricole, è ormai fuori controllo”. Lo afferma il presidente della Copagri, Franco Verrascina a margine del question time svoltosi oggi alla Camera dei deputati.
“Era da tempo che lamentavamo il fatto che l’accordo per il conferimento del latte a 41 cent/litro era ormai superato dai fatti e dagli aumenti che si susseguivano e che continuano a gravare sui produttori agricoli; oggi Ismea ha certificato questi aumenti insostenibili, mettendo nero su bianco che i costi produttivi degli allevamenti superano i prezzi pagati per il conferimento del latte alla stalla”, prosegue il presidente della Copagri, rivendicando che la Copagri si era rifiutata di firmare l’addendum all’accordo sul prezzo del latte proposto durante i tavoli ministeriali. “Voglio inoltre sottolineare un passaggio che ho ritenuto molto significativo e per il quale ringrazio il ministro Patuanelli, il quale ha pubblicamente dichiarato che l’intesa, impropriamente definita ‘salva stalle’, non ha mai avuto piena attuazione, in ragione di una serie di resistenze che vanno rimosse quanto prima dal tavolo del confronto”, conclude Verrascina.
Sul tema è intervenuta anche Copagri Lombardia con il suo presidente regionale, Roberto Cavaliere. “La necessità di salvare le aziende ci ha portato a ragionare sulla possibile destinazione di un miliardo di litri di latte per la produzione di biogas, garantendo in tal modo ai produttori una remunerazione fino a 50 cent/litro, di gran lunga superiore ai circa 40 cent/litro dell’industria”, spiega il presidente della Copagri Lombardia, precisando che “un impianto da 1 megawatt, previa necessaria autorizzazione da parte delle autorità competenti, può assorbire fino a 7/8000 litri di latte al giorno”. “Non si tratta di una scelta imprenditoriale o di una nuova vocazione produttiva, ma di una decisione sofferta causata dalla gravissima situazione emergenziale e dalla reiterata mancanze di risposte sul versante economico per le aziende e i produttori, nonostante il grande lavoro fatto a livello nazionale nel Tavolo di filiera del settore lattiero-caseario, che non ha purtroppo sortito gli effetti sperati”, rimarca Cavaliere.