FIRENZE – Talvolta la cura è peggiore della malattia. Anche se la malattia che intende
curare il legislatore ha assunto contorni sconcertanti: le frodi nelle cessioni dei crediti
fiscali inerenti agli interventi edilizi, ammontano a 4 miliardi di euro, di cui circa
la metà difficilmente potrà essere recuperata, visto che è ormai nei cosiddetti “paradisi
fiscali”. Tutto nell’arco di soli due anni.
Ed ecco che al fine di frenare queste frodi, il Decreto Sostegni ter dispone che non vi può
essere più di una cessione dei crediti fiscali, riconosciuti al contribuente che ha sostenuto spese per interventi edilizi:
se il contribuente chiede lo sconto in fattura, il fornitore potrà cedere il credito ricevuto ad esempio ad un istituto di credito ma quest’ultimo non lo potrà più cedere e dovrà quindi utilizzarlo in compensazione.
Identica limitazione nel caso in cui il contribuente intenda cedere il credito: l’acquirente, il più delle volte un istituto di credito, dovrà usarlo in compensazione, senza poterlo più cedere ad altri soggetti.
Il Decreto dispone un periodo transitorio: se sono già state effettuate operazioni di cessioni del credito anche in seguito allo sconto in fattura al 7 febbraio, gli acquirenti potranno cedere ancora una volta il credito acquistato.
Sono interessati i seguenti bonus: superbonus 110%; bonus edilizi in generale, compreso
quello per l’abbattimento delle barriere architettoniche; il credito d’imposta per botteghe e negozi; il credito d’imposta per canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda; il credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro; il credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione.
La novità sta già creando grossi problemi ai contribuenti (onesti): gli istituti bancari più piccoli si rifiutano di acquistare i crediti e pare che anche le Poste si stiano orientando in tal senso. In fase di conversione in legge del decreto, non è improbabile che i parlamentari, con il benestare del Governo, apportino qualche (auspicabile) modifica all’attuale impianto della norma.
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