ROMA – “Sull’andamento delle quotazioni – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – incide prima di tutto il blocco dell’attività nei porti dell’Ucraina. I mercati riflettono l’assoluta incertezza sui tempi e sulle modalità per la ripresa delle esportazioni di prodotti agricoli”. “Sale, inoltre, la tensione nei Paesi che sono i principali destinatari dei cereali prodotti in Ucraina e nella Federazione Russa – prosegue Giansanti – E’ il caso dell’Egitto e della Tunisia, dove le scorte disponibili sono in grado di coprire il fabbisogno interno fino a giugno”.
“Inoltre, sono state riviste al ribasso le previsioni relative ai raccolti di cereali in Argentina e Brasile a causa di una stagione particolarmente secca”. “Alla cerimonia di apertura del Salone Internazionale dell’Agricoltura, in corso a Parigi, il presidente francese Macron ha annunciato un piano di resilienza per l’agricoltura in ambito europeo e nazionale, per arginare l’impatto della crisi in atto” – sottolinea il presidente di Confagricoltura. “A nostro avviso, il piano dovrebbe puntare in due direzioni: sostenere i redditi degli agricoltori tagliati dalla crescita dei costi di produzione e salvaguardare il potenziale produttivo del sistema agroalimentare europeo”.
“La riduzione della produzione avrebbe effetti particolarmente negativi sull’inflazione” – evidenzia Giansanti. Confagricoltura rileva che, per quanto riguarda i cereali, stando agli ultimi dati della Commissione, la produzione negli Stati membri della UE si è attestata a 291 milioni di tonnellate nella campagna di commercializzazione 2021-2022, con un aumento del 4% sulla media quinquennale. Grazie a questi livelli di produzione, le esportazioni di grano verso i Paesi terzi hanno superato in valore i 7 miliardi di euro nel 2020.