ROMA – Lo slittamento dei termini per la consegna e per l’installazione dei prodotti 4.0 – in vigore da questa mattina dopo la pubblicazione della conversione in legge del Decreto Milleproroghe avvenuta ieri – comprende anche le macchine e le attrezzature agricole. La proroga riguarda i mezzi e sistemi con dispositivi elettronici, rispondenti ai requisiti previsti dal Piano Nazionale Transizione 4.0, che sono stati prenotati entro il dicembre 2021 (con regolare acconto del 20%), e che potranno in virtù del Decreto essere consegnati non più entro il 30 giugno di quest’anno ma entro il 31 dicembre.
Lo slittamento di sei mesi, richiesto da alcune organizzazioni della Confindustria per i rispettivi settori e da FederUnacoma per quanto riguarda in particolare quello dell’agromeccanica, è stato necessario a fronte della crisi delle materie prime e delle forniture energetiche, che sta rallentando la produzione e che rende difficile per le case costruttrici il rispetto dei tempi di consegna inizialmente stabiliti. Lo spostamento dei termini sancito all’interno del Decreto Milleproroghe (DL 30 dicembre 2021 n.228) previene dunque il rischio di inadempienza nelle consegne da parte delle case costruttrici, e inoltre prolunga a tutto il 2022 le stesse condizioni stabilite per l’anno precedente, vale a dire credito d’imposta pari al 40% del costo per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, credito del 20% per investimenti da 2,5 a 10 milioni e del 10% per la fascia dai 10 fino ai 20 milioni. Per gli acquisti che verranno fatti nel triennio 2023-25 le percentuali detraibili si dimezzano, e vengono dunque fissate rispettivamente al 20%, al 10% e al 5% per le tre fasce d’investimento.
“Gli incentivi 4.0 si stanno rivelando un ottimo driver per il mercato delle macchine agricole – commenta il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – ma non vanno interpretati come un semplice incentivo agli acquisti, giacché la transizione verso il digitale è un processo molto complesso, che richiede una cultura tecnologica tale da consentire alle aziende agricole di scegliere i dispositivi più adatti alla proprie esigenze, e agli operatori di utilizzare in modo efficace le tecnologie di nuova generazione”. “Il 4.0 – conclude Malavolti – attiva un processo d’innovazione che interviene ad ogni livello, a partire dalla scuola e dalle strutture di formazione”.