VERONA – Gli agricoltori chiedono ai contoterzisti di fare massa critica, per rendere le tecnologie agromeccaniche e agrodigitali più accessibili a tutte le aziende agricole, piccole e grandi che siano. Ma soprattutto chiedono professionisti in agricoltura.
Uncai ha animato la seconda giornata di Fieragricola Verona con l’evento “L’agromeccanico che vorrei” realizzato in collaborazione con Agrilinea tv, Argo Tractors (Landini, McCormick e Valpadana), Cotesi, Krone, Timac Agro e Topcon, partner di Uncai. Un faccia a faccia tra agromeccanici e agricoltori con il presidente di Uncai Aproniano Tassinari, parte del Consiglio direttivo (il Vice Clevio Demicheli, i consiglieri Roberto Tamburini, Giuliano Oldani e Sergio Bambagiotti, il direttore tecnico Roberto Scozzoli e il coordinatore Fabrizio Canesi), il rappresentante di Giunta Nazionale di Confagricoltura Nicola Gherardi, il delegato di Giunta per le politiche agromeccaniche Donato Rossi e il direttore organizzativo Luca Ginestrini. Sono inoltre intervenuti i video il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente della Commissione agricoltura al Senato, il senatore Gianpaolo Vallardi.
“Sulla carta siamo oltre un milione di agricoltori. Se però andiamo a guardare quanti fatturano, scendiamo a 300mila. Questo significa che oggi ci sono 700 mila percettori di contributi Pac che non fanno agricoltura. Di quei 300mila c’è in numero importante che fa un fatturato fino a 10mila euro. Occorre lavorare per lo sviluppo di questa minoranza che fa fatturato ma che garantisce, o che comunque dovrà garantire, a tutti l’autosufficienza alimentare”, ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. In questa nuova dimensione, fatta di produzione di beni agricoli, ma anche di agroenergie e carbon farming, “occorre guardare a un’agricoltura per professionisti con grandi partnership con i contoterzisti Uncai”.
In linea con la risposta degli agricoltori a “L’agromeccanico che vorrei” Uncai ha proposto un Albo nazionale degli agromeccanici, simile a quelli già attivi in Lombardia ed Emilia-Romagna. “Le parole chiave dell’albo sono sicurezza sul lavoro e alimentare, tracciabilità in campo dei prodotti, formazione e professionismo”, ha detto il presidente Uncai Aproniano Tassinari. “Un salto di qualità, quello verso il professionismo e l’albo, che permetterà ai contoterzisti di fare massa critica nell’offerta di servizi agro-meccanici e agro-digitali”, ha aggiunto il Consigliere Uncai Giuliano Oldani. La strada digitale deve però essere tracciata dagli agricoltori: “Confagricoltura attraverso la piattaforma HubFarm ha l’ambizioso progetto di accompagnare e aggregare gli agricoltori nella transizione tecnologica, digitale ed ecologica”, ha così detto Luca Ginestrini, coinvolgendo gli agromeccanici nel progetto che dovrà portare alla riduzione degli input chimici e all’effettiva tracciabilità dei prodotti agricoli con l’uso efficiente dei big data dell’agricoltura digitale. Un progetto accompagnato da un impegno costante sul fronte della formazione “con l’insegnamento dell’agromeccanica 4.0 negli istituti di agraria, nei corsi post diploma e direttamente nelle aziende agromeccaniche con tecnici messi a disposizione da Uncai”, ha detto il direttore tecnico Uncai Roberto Scozzoli. “L’agricoltura ha necessità di assistenza tecnica e lavorazioni sostenibili”, ha proseguito il delegato di Giunta Nazionale di Confagricoltura Donato Rossi: “Con l’albo, il contoterzista diventa una sorta di certificatore”. Sulla stessa linea il Senatore Gianpaolo Vallardi, primo firmatario della proposta di legge dell’albo degli agromeccanici: “Formazione, conoscenza e regole fisse possono dare dignità al settore agromeccanico, dove si trova ancora troppa improvvisazione; ma soprattutto la riforma del settore serve a dare all’agricoltore la certezza di prestazioni sicure, in un momento in cui servono professionisti in grado di usare gli input chimici in modo coscienzioso, fare biologico e usare al meglio le tecnologie a disposizione”, ha detto in collegamento.
In attesa che la proposta di legge nazionale faccia il suo iter, Uncai prosegue nella costituzione dal basso di albi regionali: “Il percorso condiviso con le Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna non solo ha prodotto i primi due albi regionali d’Italia. Oggi gli agromeccanici lombardi sono i soli destinatari di un bando da 5 milioni che finanzia l’acquisto di macchinari per l’uso sostenibile dei reflui zootecnici; Regione Emilia-Romagna a breve dovrebbe approvare un analogo finanziamento mirato ad aziende agromeccaniche qualificate. La strada è tracciata, e conduce al riconoscimento delle aziende che lavorano in agricoltura in modo professionale e responsabile”, ha concluso il coordinatore Uncai Fabrizio Canesi.