ROMA – L’impennata dei prezzi dell’energia e i timori per la continuità delle forniture di gas, compromessa dalla situazione in Ucraina e dalle sanzioni alla Russia per frenare la guerra, confermano ancora di più la necessità di guardare al contributo importante che può arrivare, alla diversificazione degli approvvigionamenti, dalle biomasse legnose. A dirlo è Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali di Cia-Agricoltori Italiani, in una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi, al quale rinnova l’appello per un impegno rapido ed efficace in favore delle energie alternative che possono ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi, contrastando il caro bollette e promuovendo sviluppo locale e transizione green.
Nella missiva di Aiel-Cia a Draghi, l’auspicio che il conflitto che sta coinvolgendo indirettamente anche l’Italia, possa condurre a ripensare il modello energetico nazionale grazie a un’autentica promozione delle energie rinnovabili, dell’efficienza e del risparmio energetico per diversificare le forniture e contrastare le speculazioni e la dipendenza dall’estero, senza tuttavia ricorrere a soluzioni vecchie e ambientalmente insostenibili come il carbone. Infatti, precisa Aiel-Cia, la strategia energetica per un calore rinnovabile dovrebbe vedere una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas e, quindi, fondarsi anche su piccoli e medi impianti centralizzati a biomassa legnosa, di micro e mini-cogenerazione, teleriscaldamento e calore di processo, ma anche sulle moderne stufe che, grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, garantiscono alto rendimento, efficienza energetica e basse emissioni di particolato.
Inoltre, considerate le risorse legnose oggi a disposizione, è possibile puntare a un obiettivo di 16,5 Mtep di energia termica prodotta da bioenergia, di cui 8,5 Mtep da biomasse legnose, pari a circa 146 GW di potenza installata. Le bioenergie potrebbero arrivare a coprire fino al 68% dell’energia da FER nel settore termico e fino al 37% dei consumi termici finali lordi al 2030.
Dunque, sottolinea Aiel-Cia, è essenziale che il PNRR contribuisca alla ripresa del Paese mettendo al centro della transizione ecologica anche i biocombustibili legnosi e le filiere produttive ad essi collegate. Serve sostenere filiere energetiche locali, per incentivare la crescita economica dei territori. L’uso sostenibile delle biomasse, la cui produzione è strettamente connessa alla gestione del territorio, non solo può ridurre il tasso di dipendenza dalle fonti fossili, ma anche e soprattutto limitare portare l’Italia all’autonomia energetica, stimolando l’iniziativa economica e l’occupazione. Senza dimenticare la lotta alla povertà energetica che interessa sempre più famiglie e che può essere vinta abbandonando al più presto le fonti fossili in favore delle energie rinnovabili, sia quelle più moderne, ma anche le più antiche e mature, come i biocombustibili legnosi che assicurano continuità, stabilità e programmabilità, tre aspetti centrali per rendere la transizione ecologica realmente sostenibile e inclusiva.
Per Aiel-Cia è fondamentale, quindi, sostenere, anche grazie allo strumento del PNRR, il consolidamento e la nascita di nuove imprese forestali, supportando la realizzazione di piattaforme logistico-commerciali a scala regionale, agevolare investimenti da parte di industrie di prima lavorazione del legno, finalizzate anche alla realizzazione di impianti di produzione di pellet e spingere investimenti per la realizzazione di moderni impianti tecnologici a biomasse per la produzione di calore e la micro e mini-cogenerazione ad alto rendimento. Infine, agire sulle imposte che incidono di più sui redditi bassi, come l’Iva, ripensando a un’aliquota agevolata per tutti i biocombustibili.
“I biocombustibili legnosi -spiega la direttrice generale di Aiel-Cia, Annalisa Paniz- sono veicolo di sostenibilità che contribuisce all’abbattimento delle emissioni, alla manutenzione del patrimonio boschivo e a generare un indotto occupazionale rilevante per il sistema Paese. Inoltre -conclude Paniz- sono estremamente più convenienti di quelli fossili. Il costo di produzione di 1 MWh di energia termica con biomasse legnose oscilla tra i 24 e i 72 euro, mentre quello con le fonti fossili tra i 103 e i 146 euro, valori destinati a crescere ulteriormente a causa della crisi internazionale”.