ROMA – “Il blocco è inserito nel nuovo pacchetto di sanzioni varato dal Consiglio della UE – fa sapere il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. L’Italia è il primo fornitore di vino della Federazione Russa, davanti alla Francia”. Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor, che tengono conto delle “triangolazioni”, vale a dire prodotti inviati ad altri Stati membri prima di essere destinati al mercato russo, le esportazioni italiane sono ammontate lo scorso anno a 345 milioni di euro. Gli spumanti, Asti e Prosecco in testa, inciderebbero per quasi la metà sul valore totale.
“Gli operatori interessati devono essere indennizzati per le perdite economiche provocate dalle decisioni del Consiglio UE”, sottolinea il presidente di Confagricoltura. “Siamo comunque ottimisti sulla possibilità di trovare, in sostituzione di quelli russi, nuovi consumatori ed estimatori del nostro vino a livello internazionale. Le potenzialità sono di assoluto rilievo. Lo scorso anno le esportazioni hanno raggiunto il livello record di oltre 7 miliardi di euro, con una crescita del 13% in valore rispetto al 2020”.
Confagricoltura ricorda che il blocco delle esportazioni di vini e liquori dalla UE sul mercato russo si aggiunge al divieto di importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri dell’Unione deciso nell’agosto 2014 dalle autorità di Mosca a seguito delle sanzioni UE allora imposte per l’invasione della Crimea. Il divieto è tuttora in vigore e riguarda ortofrutticoli, prodotti lattiero-caseari, carni e salumi.