ROMA – Le emissioni di gas serra nell’UE a 28 paesi nel 2019 risultanti dalle attività agricole è pari al 10,55%, secondo i dati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico). In attesa dell’ultima parte del nuovo rapporto IPCC dedicata proprio alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas serra, la ricerca del Crea oggi punta sempre di più a ridurre le emissioni in agricoltura con sistemi agro-zoo-forestali, molto più sostenibili rispetto a quelli convenzionali, in cui la componente animale è integrata in maniera sinergica alle colture arboree ed erbacee, in ottica di maggiore circolarità dei flussi delle risorse.
Il CREA, con il suo Centro Agricoltura e Ambiente, è partner del progetto europeo SENSE “Sinergie nei sistemi integrati: migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse mitigando le emissioni di GHG attraverso decisioni informate sulla circolarità”, che mira a sviluppare e validare soluzioni innovative per migliorare la gestione del territorio. Combinando l’acquisizione di dati in continuo mediante sensori in campo e tecnologie High Performance Computing (strumenti di analisi con capacità di elaborazione dati ed esecuzione di calcoli complessi ad altissima velocità), il progetto si prefigge di validare un’applicazione mediante la quale gli agricoltori potranno autonomamente monitorare le previsioni di emissioni GHG, fornendo quindi uno strumento valido per centrare l’obiettivo zero emissioni di gas serra.
Nei casi di studio selezionati nei sette paesi coinvolti, verranno confrontati scenari di gestione relativi ai flussi di carbonio, nutrienti, acqua e biomasse, valutando, quindi, il loro potenziale di mitigazione delle GHG e di resilienza rispetto al cambiamento climatico, attraverso un sistema digitale di monitoraggio, segnalazione e verifica, (MVR), sviluppato dalla James Hutton Institute. Gli agricoltori saranno coinvolti in ogni attività, anche grazie alla condivisione di strumenti come indicatori di circolarità (relativi al riciclo dei nutrienti, degli scarti e all’autosufficienza per l’alimentazione degli animali) e di funzionamento ecologico (aspetti di funzionalità del suolo come la biomassa microbica e l’attività enzimatica, e di qualità del pascolo, come la biodiversità, la presenza di specie leguminose o specie appetibili per gli animali), a livello di azienda agricola. Per l’Italia il caso di studio è rappresentato dall’azienda zootecnica biologica e biodinamica Agricola Boccea, situata nell’area periurbana di Roma, con il suo sistema integrato in cui l’uliveto dell’azienda viene utilizzato anche come pascolo per tre razze di bovini da carne.
Nello specifico, il CREA si occuperà di valutare nei casi di studio del consorzio del progetto l’evoluzione degli indicatori di funzionamento ecologico, prima e dopo l’implementazione di misure di circolarità. L’andamento di tale evoluzione indicherà le migliori strategie da adottare per migliorare la circolarità dei flussi, in relazione allo stoccaggio del C, al ciclo dei nutrienti e alla mitigazione delle emissioni GHG. SENSE “Sinergie nei sistemi integrati: migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse mitigando le emissioni di GHG attraverso decisioni informate sulla circolarità” è un progetto Europeo da 1,33 milioni di euro avviato lo scorso 1 marzo. È coordinato dal James Hutton Institute (UK), e riunisce 10 istituzioni di 7 paesi, quattro in Europa e tre in Sud America. Elena Testani, ricercatrice del CREA Agricoltura e Ambiente, coordinerà le attività per il Centro, partner italiano.