ROMA – “L’inflazione sui prezzi delle materie prime è frutto di dinamiche di mercato al rialzo, ai limiti della speculazione, ma non siamo così deficitari come si sente dire in questi giorni”.
Così il presidente di Ismea, Angelo Frascarelli, nel raccontare le conseguenze che il conflitto in Ucraina sta avendo sul costo (e il mercato) delle materie prime, soprattutto mais e grano.
“Una tempesta perfetta dei mercati aggravata dalla attuale geopolitica”, continua Frascarelli “l’Ucraina non è il granaio d’Europa, così come l’Ungheria, sono solo tendenze di mercato”. “La vera preoccupazione adesso nel nostro Paese sono gli allevamenti, considerando che l’alimentazione incide sul 60% dei costi e questo potrebbe ripercuotersi sul consumatore finale”. “Lo sblocco delle aree ecologiche potrebbe essere un piccolo vantaggio per cambiare la destinazione produttiva, ma non dimentichiamoci che questo è un periodo straordinario”.
E sulla Pac Frascarelli aggiunge “Produttività, oltre che sostenibilità, quindi produrre di più era già previsto dalla Pac, ovviamente sarà opportuno togliere qualche vincolo e se oggi è la guerra il pericolo, non dimentichiamoci che il vero nemico è il cambiamento climatico”. E in Italia? “L’Italia dovrà rafforzare il collegamento interno tra agricoltura e industria, anche con accordi di filiera mirati”.