ROMA – Con più di 1400 eventi di clima estremo il 2021 ha registrato in Italia un aumento del 65% di tempeste, bufere, grandinate e bombe d’acqua alternate a ondate di calore, che hanno provocato gravi danni da nord a sud, con pesanti ripercussioni economiche sulle produzioni agroalimentari. Si tratta di un trend consolidato, che non fa che peggiorare sensibilmente ogni anno, mettendo a rischio l’eccellenza del nostro made in Italy.
Gli effetti devastanti dei cambiamenti del clima vanno prevenuti e mitigati a partire dal campo e a questo serve l’agrometeorologia, la scienza che, utilizzando le tecnologie più sofisticate, studia le interazioni dei fattori meteorologici ed idrologici con l’ecosistema agricolo-forestale e con l’agricoltura intesa nel senso più ampio. Si valuta il rischio climatico di uno specifico territorio, in situ, appunto, per avere parametri climatici “sito specifici”, ossia su misura dell’azienda, grazie ai quali individuare le migliori scelte da fare: dalle pratiche agronomiche alla gestione dell’irrigazione, dalla previsione delle rese produttive alla più efficace difesa dai parassiti delle colture. Dati preziosi, quelli agrometeorologici, che consentono all’azienda di ridurre le conseguenze derivanti da gelate o grandinate o altri eventi climatici estremi.
Ciò permette, quindi, miglioramenti produttivi attraverso l’individuazione delle più appropriate misure per l’adattamento dei sistemi agricoli a un determinato contesto agroambientale, soprattutto con una gestione più corretta e sostenibile dell’irrigazione, resa possibile dai modelli previsionali agrometeorologici. L’Associazione Italiana di Agrometeorologia (AIAM), grazie alla collaborazione con alcuni dei più rilevanti centri di ricerca, università nazionali, internazionali e con le agenzie ONU, tra cui FAO e WMO, ha istituito una Scuola di Alta formazione Internazionale in Agrometeorologia – International Advanced School in Agrometeorology per ampliare e approfondire le conoscenze in questo ambito disciplinare specifico, ormai sempre più strategico per l’agricoltura.
La scuola è stata creata ed è sotto la responsabilità scientifica di Filiberto Altobelli del CREA Politiche e Bioeconomia, insieme ad Anna Dalla Marta (DAGRI-UNIFI), Federica Matteoli (FAO), Federica Rossi e Marina Baldi (WMO-CNR). Dopo il debutto di grande successo dello scorso anno, con l’adesione di 43 partecipanti provenienti da oltre 19 Paesi del mondo, la International Advanced School in Agricultural Meteorology tornerà dal 5 al 9 settembre, presso l’Università di Bologna, con la seconda edizione dedicata a “Agricultural Meteorology for a Sustainable Water Management in Agroecosistems”, con l’obiettivo di fornire a giovani ricercatori e professionisti un valido supporto per una gestione sostenibile delle acque negli agroecosistemi, favorendo l’adozione di nuove strategie, strumenti integrati e tecnologie avanzate, in particolare per fronteggiare gli impatti del cambiamento climatico.