ROMA – Caro-energia, aumento dei costi della logistica, mancanza di alcune sostanze essenziali per il processo produttivo e scarsità di melasso da zucchero: il settore del lievito rischia seriamente di fermarsi.
In particolare, è proprio l’incremento delle bollette, acuito dal conflitto con l’Ucraina, ad incidere sulle aziende che, per coltivare il lievito, hanno bisogno di alti quantitativi di energia. Inoltre, questo microrganismo vivente si moltiplica grazie alla presenza di fosforo e azoto, che, allo stato, sono divenuti merce rara. Il motivo? Lo “stop” delle pochissime aziende che li producono, anche in questo caso a causa dei costi energetici e della guerra.
Il quadro economico del settore è complesso in tutta Europa, non soltanto in Italia, perché alcune problematiche sono comuni, prima tra tutte la quantità sempre minore di melasso da zucchero sul mercato. Il maltempo in Brasile, primo produttore mondiale di zucchero, ha determinato un calo nei quantitativi, non compensato da altri Paesi, in particolare da un altro big come l’India, che ha destinato parte del raccolto all’industria del bioetanolo.
In tal senso, è bene ricordare che oggi funziona in Italia un solo zuccherificio. Inoltre, i costi dei trasporti, soprattutto per mare, hanno ulteriormente depauperato le aziende, costrette a pagare cifre esorbitanti nella caccia al melasso in giro per il mondo.
Meno zucchero, insomma, significa meno melasso e, quindi, costi più alti per la materia prima. “Gli italiani, grazie al lockdown, hanno capito quanto sia importante il lievito nella produzione di pane – commenta Paolo Grechi, presidente del Gruppo Lievito diASSITOL –. A causa dei continui rincari e con l’impossibilità di rifornirsi di azoto e fosforo, il nostro timore è che, entro qualche settimana, saremo costretti a fermare le nostre imprese, mettendo a rischio non soltanto la panificazione artigianale e la pasticceria, ma tutta l’industria dolciaria”. In pratica, senza lievito, potrebbe bloccarsi la produzione di pane, dolci, prodotti da forno e pizza.
Il settore chiede al Governo di intervenire urgentemente, coinvolgendo anche Bruxelles, per limitare i danni legati al caro-bollette. “Alleggerire i costi dell’energia è la prima necessità – sottolinea il presidente Grechi -. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni vigilino sulle speculazioni, che potrebbero far schizzare i costi ulteriormente”.