ROMA – “Non si può equiparare il vino alle droghe, non c’è una ricerca scientifica che possa sostenere questa tesi. Un uso eccessivo e prolungato nel tempo di superalcolici è cosa ben diversa da un consumo moderato di vino. Su questo in Europa è stata trovata una mediazione nell’ambito del beating cancer plan. La stessa cosa vale anche per il Nutriscore perché un consumo moderato di tutti gli alimenti non provoca problemi alla salute”.
Lo ha evidenziato il sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, il sen. Gian Marco Centinaio, nel corso del suo intervento al 75esimo Congresso nazionale di Assoenologi a Verona.
Il sottosegretario con delega al settore è anche tornato sulla questione del vino dealcolato: “Con l’idea di poter guadagnare fette di mercato – ha detto – si rischia di snaturare la propria storia e la propria tradizione. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che stiamo facendo e di ciò che ci hanno lasciato i nostri nonni. Produrre qualcosa che non è più vino ma succo d’uva non ha senso”.
Centinaio, che ha ricevuto da Assoenologi l’attestato di socio onorario, ha anche parlato di Italian sounding: “esistono vini nel mondo che riescono vendere milioni di bottiglie solo perché nel nome richiamano i vini dei nostri territori. Dobbiamo fare un importante lavoro di squadra come nel caso del Prosecco e del Prosek quando per la prima volta il paese ha parlato con un’unica voce in Europa. Anche altri paesi hanno compreso che se Bruxelles avesse autorizzato un simile caso di Italian sounding – ha concluso – sarebbero caduti i principi dell’intero sistema agroalimentare europeo”.