VENEZIA – Alle prese con il caro energia, le aziende agricole venete sono pronte a investire in pannelli solari per la produzione di energia elettrica in ambito agricolo. Anche se non qualche riserva.
È stato firmato, infatti, dal ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli il decreto che fornisce le direttive per l’attuazione della misura del Pnrr – “Parco Agrisolare”, a cui sono dedicate risorse pari a 1,5 miliardi di euro che saranno assegnate ai progetti nel periodo 2022-2024 (LEGGI Firmato il decreto da 1.5 miliardi euro che da via alla redazione dei bandi per Agrisolare finanziati dal PNRR)
La misura dispone l’erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici e fabbricati a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Sono previsti incrementi del 20% in caso di interventi realizzati da giovani agricoltori o per investimenti collettivi, cioè impianti a servizio di più agricoltori.
“Il decreto ha recepito alcune richieste di Confagricoltura presentate nel corso della consultazione che si è chiusa il 31 dicembre scorso e nelle successive interlocuzioni – sottolinea Giovanni Musini, presidente della sezione bioeconomia di Confagricoltura Veneto -, come l’innalzamento della potenza massima ammissibile fino a 500 kilowatt e la precisazione che la misura si applica agli agriturismi. Compresi nel finanziamento anche gli interventi di riqualificazione che prevedono la rimozione e lo smaltimento dell’amianto. Per quanto riguarda le serre, stiamo procedendo ad un ulteriore approfondimento con il Mipaaf per confermarne la possibilità di applicazione, come più volte richiesto. Interessante anche la parte che prevede il finanziamento delle tecnologie di accumulo dell’energia prodotta, che potrà così essere utilizzata anche nelle ore notturne”.
Gli agricoltori sono, tuttavia, delusi da alcuni paletti legati all’autoconsumo. “Gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l’obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno energetico delle aziende agricole – spiega Musini – e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare. La vendita di energia elettrica, in sostanza, è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale. Questo limiterà l’applicazione del decreto a poche aziende, cioè a quelle grandi, che consumano un’alta quantità di energia annua. Per quelle più piccole, che hanno consumi dai 30 ai 50 kilowatt, fare un investimento dai costi ingenti e dai tempi lunghi non ha convenienza. Siamo dispiaciuti, perché siamo di fronte a un’opportunità mancata alla luce del conflitto in Ucraina, che ha evidenziato la necessità di procedere verso un’autarchia energetica e di materie prime per non essere soggetti a restrizioni e speculazioni sui prezzi. Confagricoltura sarebbe ben disponibile a fare la propria parte per contribuire alla realizzazione di impianti con energie alternative, sia di agrisolare che di biogas o biometano, ma abbiamo bisogno di condizioni che rendano realmente applicabili le misure di sostegno”.
Il decreto sarà ora notificato a Bruxelles. Il bando con l’individuazione della data, a partire dalla quale sarà possibile presentare le domande fino a esaurimento delle risorse stanziate, sarà infatti emanato a seguito dell’approvazione da parte della Commissione europea del decreto ministeriale.