BERGAMO – “La viticoltura lombarda, riconosciuta a livello internazionale per la qualità e la biodiversità delle produzioni territoriali, è chiamata a compiere qualche altro passo avanti in chiave di resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici, sostenibilità ambientale e condizionalità sociale”. Lo ha detto il presidente di Confai Lombardia, Leonardo Bolis, indicando i driver della crescita. “Dovremo puntare sull’innovazione genomica per vitigni più resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici in atto – afferma Bolis -. Questo passo in avanti sarebbe un progresso con effetti positivi anche sulla riduzione dei trattamenti in campo, che già da alcuni anni sono più razionali, grazie a soluzioni di viticoltura di precisione”.
Un altro tema è legato, appunto, a strumenti di agricoltura 4.0 e viticoltura 4.0, dalle irroratrici con sistemi di controllo satellitare ai droni per il monitoraggio delle colture, tramite mappe di vigore e soluzioni digitali, fino alla raccolta meccanizzata. E sulla raccolta meccanizzata, Confai Lombardia richiama l’attenzione dei consorzi di tutela delle produzioni Doc e Docg. “Dove è possibile ricorrere alla meccanizzazione – osserva il coordinatore regionale di Confai, Sandro Cappellini – si riducono i tempi di raccolta in vigneto, selezionando le uve, senza alcun riflesso sulla qualità delle produzioni. Sarebbe opportuno che gli enti consortili sostenessero il percorso di innovazione delle imprese verso una viticoltura 4.0, insieme con le istituzioni”.