ROMA – Maggiore attenzione all’ambiente e al benessere degli animali, spiccato orientamento verso il prodotto e il taglio naturale ed elevata fidelizzazione del cliente, sono alcune tra le prospettive che interessano il settore delle carni avicole e delle uova secondo gli ultimi report di Ismea.
In particolare secondo Ismea, il pollame e le uova rappresentano due settori particolarmente dinamici, sia in termini di innovazione di prodotto che trend del consumo che più di altri prodotti di origine animale hanno saputo intercettare le preferenze dei consumatori in epoca Covid. Tra i numeri che meglio rappresentano lo stato di salute del settore in Italia, basti citare, per quanto riguarda le carni avicole, il +5% del fatturato dell’industria e il +6% del consumo procapite, mentre le uova, che assieme alla farina, sono state tra i prodotti più gettonati durante la pandemia (+18% l’ incremento in volume degli acquisti nel 2020 rispetto al 2019, con punte del 51% a marzo) si è assistito a un aumento del 13% dei capi allevati a fronte di un drastico ridimensionamento di quelli in gabbia (-24%).
Di contro, evidenzia sempre l’Ismea sulla scorta di un’indagine Cawi condotta sul consumatore, permane, in particolare per le carni, una carenza conoscitiva negli aspetti relativi alla fase allevamento: solo il 7% degli intervistati sa che i polli e i tacchini sono allevati a terra, il 60% pensa che ancora esistano allevamenti in gabbia e il 32% non sa nulla a riguardo.
Le uova “Made in Italy”. Una produzione annua di 12,6 miliardi di uova con 41 milioni di capi allevati nei circa 2.600 allevamenti con un fatturato annuo che si aggira intorno a 1,5 miliardi di euro. Circa 220 pro capite di uova all’anno è il consumo degli italiani, (13,7 kg). I dati sono cresciuti dal Covid in particolare. Le uova definite il prodotto «star», insieme alla farina. Gli incrementi in volume nel mese di marzo 2020 hanno superato il 51%. La reputazione delle uova è nel complesso positiva, in particolare nel confronto con altre fonti proteiche, come carne e formaggi. Tuttavia, per 7 consumatori su 10 è importante non eccedere nel consumo di uova e tale considerazione è particolarmente rilevante nella fascia di età 35-44 anni. Per i più giovani – meno esperti in cucina – le uova sono soprattutto un alimento facile e veloce da preparare, un alimento «risolutivo» anche quando non si hanno a disposizione molti altri ingredienti. All’aperto è il metodo di allevamento migliore per metà degli italiani, coniugando benessere e ambiente. 6 consumatori su 10 sono propensi a spendere almeno il 10% in più per l’acquisto di uova provenienti da galline allevate all’aperto. L’allevamento biologico sembra non sfondare che ne colgono solo l’aspetto «ambientale» (meno sul benessere o sull’alimentazione degli animali o sull’uso di antibiotici). L’allevamento a terra sembra più efficace nel riassumere con un termine la maggior parte dei benefici.