ROMA – L’agricoltura può fare ancora molto per la terra. Non solo produrre più cibo, ora che la guerra mette a rischio la sicurezza alimentare globale, ma anche produrre più energia da fonti rinnovabili, con l’ulteriore sviluppo di fotovoltaico, biogas e biomasse. E poi accrescere la sostenibilità dei processi produttivi con la ricerca e le nuove tecnologie, difendere il paesaggio e la biodiversità, salvaguardare il suolo e le foreste contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici. Così Cia-Agricoltori Italiani, in occasione del 52° Earth Day, la Giornata mondiale della Terra.
Interagendo direttamente con il territorio, l’agricoltura gioca, infatti, un ruolo da protagonista per rispondere alle emergenze economiche, sociali e ambientali del pianeta, garantendo l’approvvigionamento alimentare e modificando la propria condotta in chiave sostenibile -ricorda Cia-. Oggi il settore pesa solo il 7% sul totale delle emissioni prodotte che si riversano sull’ambiente ed è pronto ad affrontare anche la sfida del Green Deal.
Tutti sforzi, in chiave di produttività, efficienza e sostenibilità, che gli agricoltori vogliono fare perché si sentono “custodi della terra” -sottolinea Cia-. Per questo, però, occorre assicurare a chi fa agricoltura risorse, strumenti e incentivi adeguati alle sfide in atto, dalla crisi in Ucraina alla transizione ecologica ed energetica.
E proprio in occasione dell’Earth Day, Donne in Campo, l’associazione femminile di Cia, invita di nuovo tutti a sottoscrivere il “Manifesto delle donne per la Terra”, al link https://www.donneincampo.it/manifesto. Una Carta dei valori, ma anche un Documento programmatico, per costruire un’alleanza “fortissima” per “la vita, l’ambiente, la pace”. Perché oggi “le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la pace, la salute e l’educazione. Ecco perché -recita il Manifesto- le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.