ROMA – Il Crea riscopre il passato. Sinonimo di naturalità e tradizione, i “grani antichi siciliani” costituiscono un patrimonio prezioso, che riveste una particolare importanza per l’agricoltura in Sicilia, da sempre considerata il granaio d’Italia, oggi tornati nel carrello della spesa e sulle tavole degli italiani. Legati ad antiche tradizioni, usi e costumi locali, associati a numerosi prodotti tipici molto apprezzati dai consumatori, costituiscono un elemento indispensabile per la tutela di un patrimonio genetico, economico, sociale e culturale di grande valore.
Per queste ragioni il CREA, con il suo centro di Difesa e Certificazione, in collaborazione con il Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore” e l’Università della Tuscia di Viterbo, sono stati impegnati nella caratterizzazione morfologica, genetica e biochimica delle varietà autoctone siciliane di frumento duro – progetto CA.VA.SI.F.D. – iscritte al Registro Nazionale delle Varietà da Conservazione delle specie agrarie e custodite presso le aziende responsabili della conservazione in purezza (agricoltori custodi). Grazie all’adozione di adeguati protocolli scientifici sono state ottenute schede descrittive dettagliate per l’identificazione varietale.
Con l’uso di marcatori molecolari (DNA fingerprinting) è stata valutata la variabilità genetica delle popolazioni di grani e sono stati definiti profili univoci, necessari anch’essi all’identificazione varietale. L’impiego di marcatori biochimici ha consentito, inoltre, di caratterizzare i profili delle proteine di riserva (in particolare gliadine e glutenine che compongono il glutine) delle varietà locali censite. I materiali studiati provengono direttamente dalle varietà autoctone coltivate oggi in Sicilia dagli agricoltori responsabili del loro mantenimento in purezza e non da collezioni istituzionali e rappresentano, quindi, la reale biodiversità presente sul territorio regionale. Tale fotografia delle popolazioni autoctone siciliane consentirà nel tempo di verificare le eventuali variazioni o scostamenti dovuti all’interazione con l’ambiente e alla selezione consapevole o inconsapevole degli agricoltori. In totale sono state caratterizzate 55 accessioni di 22 varietà di frumento duro e 9 accessioni di 3 varietà di frumento tenero.
L’attività svolta rappresenta un valido contributo per l’identificazione varietale, nel corso dei controlli ufficiali, per la certificazione delle sementi e la conseguente tracciabilità delle produzioni. Sarà, così, possibile assicurare l’autenticità dei prodotti tipici locali ed escludere possibili frodi, a tutela dell’intera filiera: consumatori e produttori avranno la garanzia della varietà impiegata. Si tratta di uno step fondamentale per il recupero, la tutela, la valorizzazione e la conservazione delle risorse genetiche studiate, riducendo i rischi di estinzione e/o erosione genetica, favorendo, inoltre, la creazione di una banca del seme fisica ed informatica, indispensabile per la conservazione delle varietà autoctone siciliane e della loro biodiversità.