ROMA – Consumo e sfruttamento eccessivi, inquinamento, erosione: sono solo alcuni dei problemi del suolo italiano, affrontati da esponenti delle Istituzioni e dalla Ricerca oggi a Roma nel corso dell’Annual Meeting dell’Italian Soil Partnership (ISP), la riunione annuale – da quest’anno di nuovo in presenza – organizzata dal CREA, in collaborazione con la Rete Rurale Nazionale, come National Focal Point per l’Italia della Global Soil Partnership (GSP), l’organizzazione volontaria istituita nel 2012 e riconosciuta a livello mondiale, per garantire suoli sani e produttivi, attraverso un’azione collettiva più attenta e consapevole di governance sui territori.
D’altronde, è ormai chiaro che per il suolo passano la piena sicurezza alimentare, la tutela degli ecosistemi e il contrasto al cambiamento climatico. Si tratta di uno dei pilastri del capitale naturale, da cui dipende oltre il 95% del nostro cibo e che ospita oltre il 90% della biodiversità del pianeta, una risorsa preziosa e non rinnovabile, visto che per formare un cm di suolo fertile ci vogliono dai 100 ai 1.000 anni.
L’Italian Soil Partnership (ISP), nasce su base volontaria nel 2015 come costola italiana della GSP, attraverso l’attività dell’allora National Focal Point, Anna Benedetti già dirigente di ricerca CREA. Riconosciuta ufficialmente dalla FAO, si unisce formalmente ad altri 13 partenariati Nazionali già esistenti sul suolo. E’ composta da partner provenienti da organizzazioni governative, università, centri di ricerca (CNR, ISPRA,CREA,ENEA), società scientifiche, ONG, associazioni di agricoltori etc. Orienta le politiche, promuove campagne di educazione e sensibilizzazione, favorisce l’istituzione e l’attuazione di leggi quadro sul suolo, sostiene l’attuazione della Carta mondiale e delle Linee guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo, nell’ambito degli strumenti promossi dal Global Soil Partnership.
L’Annual Meeting coinvolge tutti i partner della Italian Soil Partnership per valutare le azioni intraprese – come per esempio il contributo alla realizzazione del Protocollo per la valutazione della Gestione Sostenibile del Suolo, che fornisce indicatori chiave e una serie di strumenti per valutare le funzioni del suolo in base alle sue caratteristiche fisiche e chimiche e proprietà biologiche – e per definire le priorità come Il mantenimento del carbonio organico nel suolo ed il miglioramento del suo sequestro attraverso pratiche di gestione sostenibile.
Un incontro importante sia in vista della Plenaria Global Soil Partnership che si tiene ogni anno in FAO sia per favorire le relazioni tra i partners dell’Italian Soil Partnership ed il Segretariato della Global Soil Partnership (FAO), su temi di reciproco interesse.
Codice d’uso dei fertilizzanti, redatto da un team di esperti a livello mondiale, suggerisce una strategia di comportamento virtuoso e sostenibile sia che chi li produce sia per chi li utilizza. Nella consapevolezza che è decisivo ripristinare o correggere la fertilità dei suoli per ottenere cibi sani e garantire la sicurezza alimentare, è fondamentale produrre e utilizzare fertilizzanti in grado di esprimere alta efficienza degli elementi nutritivi, individuando fonti alternative a materie prime non rinnovabili. A tal fine, seguendo il percorso tracciato dalle linee guida volontarie per la gestione sostenibile del suolo e nell’intento di raggiungere il maggior numero di utenti, si sta procedendo alla traduzione in lingua italiana del testo in inglese al quale seguirà, se necessario, un adattamento alla realtà nazionale. Il codice propone temi di grande attualità – basti pensare al caro fertilizzanti, imposto dalla attuale situazione geopolitica – e i suoi principi, se applicati, potranno contribuire alla razionalizzazione dei consumi, con considerevoli risparmi energetici ed economici.