Carbonella per barbecue. PEFC: Se la provenienza è locale e sostenibile, consumatori disposti a pagarla 2,5 volte in più

PERUGIA – Consumatori disposti a pagare fino a 4.20 euro per un kg di carbonella vegetale (ovvero circa 2,5 volte di più del prezzo standard) se questa è prodotta localmente, e meglio ancora se è sostenibile e certificata.

Si fa strada insomma, la filiera corta del barbecue, non solo per quanto riguarda l’origine della carne che consumiamo, ma anche della carbonella utilizzata per preparare la brace.

Nell’ambito del progetto PSR Veneto “CAREGA” (Carbonella certificata per l’Attivo Recupero dell’Economia e della Gestione Ambientale delle piccole dolomiti), il PEFC Italia in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia e Leroy Merlin Italia, ha svolto un’indagine in Veneto attraverso il metodo dei Choice Experiments (o esperimenti di scelta). La ricerca si è basata sulla realizzazione di un questionario volto a valutare la propensione del consumatore all’acquisto della carbonella vegetale.

Grazie alla somministrazione di 1.188 interviste svolte in tre differenti punti vendita veneti di Leroy Merlin Italia, sono state investigate le preferenze circa la carbonella e le sue caratteristiche peculiari, detti attributi. Gli attributi presi in considerazione per questa analisi sono l’origine e la qualità del prodotto, la presenza di una certificazione forestale, la tipologia di confezione e il prezzo. Ogni attributo è espresso secondo livelli predeterminati che possono essere continui, come nel caso del prezzo, oppure discreti. Gli attributi, in particolare, hanno riguardato i seguenti elementi: origine, qualità, certificazione, confezione (2,5 o 5 kg), prezzo.

Negli esperimenti di scelta il consumatore è chiamato a indicare il preferito tra diversi scenari di offerta alternativi (o alternative di scelta). Ogni scenario rappresenta una diversa combinazione dei diversi livelli e attributi. In tutto sono stati ottenuti 48 profili di scelta che sono stati a loro volta raggruppati in 16 schede di scelta, ognuna avente tre alternative, suddivise tra quattro diversi questionari. Per tanto, rispondendo ad ogni questionario il consumatore doveva ripetere la propria scelta per quattro volte, avendo sempre degli scenari diversi tra cui selezionare.

Oltre alla parte più propriamente legata all’esperimento di scelta, il questionario ha permesso di ottenere preziose informazioni circa le abitudini di acquisto e consumo della carbonella.

Dai dati raccolti è emerso che il 58,5% dei consumatori intervistati dichiara di consumare carbonella vegetale almeno due volte all’anno principalmente durante la stagione estiva (65%). La frequenza di consumo è comunque bassa, con la maggior parte del campione che dichiara di usare la carbonella raramente (69%). I canali di acquisto maggiormente preferiti sono la Grande Distribuzione Organizzata (48,92%) ed i negozi fai da te/bricolage/ecc (47,77%) ed il packaging influenza l’85% dei consumatori al momento dell’acquisto. Delle informazioni riportate in etichetta il 18,71% del campione pone attenzione solamente al prezzo: appena lo 0,29% pone attenzione a tutte le informazioni mentre il 16% circa dichiara di non leggerla affatto.

Il campione analizzato è risultato rappresentativo della regione Veneto per quanto riguarda l’età, mentre comprende una quota di diplomati superiore a quella regionale (46% invece di 39%). Anche il bilancio di genere, probabilmente per via del luogo di somministrazione scelto, è sbilanciato verso gli uomini.

Sulla base delle risposte raccolte e tramite il software NLOGIT 5, è stato possibile calcolare la disponibilità a pagare dei consumatori per ognuno degli attributi individuati.

I risultati mostrano una forte trazione dell’origine rispetto alla scelta. La disponibilità a pagare aggiuntiva per un prodotto veneto, e per tanto locale, è addirittura di 4,20 euro al kg, rispetto ad un prodotto avente origine sconosciuta o altra. Anche l’origine italiana porta ad una elevata disponibilità a pagare (3,21 €). Il valore scende notevolmente quando l’origine diventa più ampia (Paesi dell’Unione Europa). Tutte le origini, comunque, mostrano segno positivo: ciò indica che rispetto all’origine sconosciuta sono sempre preferite le opzioni che la esplicitano, inclusa l’origine Extra- EU.

Analogamente, sono disposti a pagare una cifra pari a 2,55 € per avere un’alta qualità della carbonella rispetto che avere una qualità più bassa. Anche una qualità intermedia mostra una Dap ancora interessante. Per la certificazione forestale, la disponibilità a pagare è ugualmente quantificabile seppur in maniera differenziata per le due certificazioni esistenti, con una forchetta che varia tra 1,46 € e 2,21 €.

In conclusione, la valutazione economica mediante esperimenti di scelta (metodo dei Choice Experiments), ha messo in risalto quali siano le caratteristiche della carbonella vegetale che più apprezzano gli abituali consumatori. Questi ultimi hanno una notevole disponibilità a pagare per una carbonella vegetale. Gli attributi (e quindi le caratteristiche) sono risultate molto significative per gli intervistati ed è emerso come la provenienza (origine della carbonella), un’alta qualità della stessa (specie arborea utilizzata nella produzione, come faggio, quercia) e la presenza della certificazione, siano i più importanti. Alla luce dei risultati ottenuti in questo studio si evince come tutto questo possa essere un forte strumento non solo nell’ottica di una sostenibilità ambientale, ma anche come strumento per le imprese per aumentare la propria competitività, commercializzando un prodotto dall’alto valore aggiunto.

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