VENEZIA – Si respira aria di ottimismo tra i frutticoltori veneti per la raccolta delle ciliegie, che prenderà il via con i frutti precoci tra una decina di giorni.
Le piante, infatti, sono cariche di frutti come da anni non si vedeva, premessa per una produzione abbondante, che tutti si augurano possa ripagare delle forti perdite causate dalle gelate dello scorso anno.
“Tiriamo un sospiro di sollievo, perché quest’anno il gelo non ci ha colpito – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutta di Confagricoltura Veneto -. Il freddo, tra marzo e aprile, ha solo rallentato un po’ il processo di fioritura, e pure la siccità ha causato qualche problema e perciò inizieremo la raccolta in ritardo di qualche giorno rispetto alla tabella di marcia. Però l’assenza di gelate ha favorito la fioritura e la crescita dei frutti, con una produzione abbondante anche grazie al fatto che l’anno scorso le piante, a causa delle forti perdite, sono state praticamente a riposo. Partiamo, quindi, con ottime prospettive, anche se bisogna stare attenti alla gestione della pianta perché il mercato oggi chiede frutti di 28-30 millimetri di calibro e le ciliegie piccole non valgono niente. Attenzione anche alle concimazioni e al fabbisogno di acqua, per non mandare in stress idrico le piante. Infine, occorrerà monitorare i soliti nemici: cimice asiatica e drosophila. La cimice sta già cominciando a uscire e va combattuta per tempo, con le armi che abbiamo a disposizione, perché non si diffonda e faccia strage di frutti”.
Anche dal punto di vista del mercato i presupposti sono ottimi. “La Spagna, che in questo periodo ci invade solitamente con la sua produzione, in aprile è stata colpita da una forte ondata di maltempo, che ha causato danni a parecchie produzioni, dalle drupacee agli ortaggi – spiega Aldegheri -. La Puglia ha già iniziato a vendere il suo prodotto, ma finirà prima di noi, che in collina andremo avanti con la raccolta fino ai primi di luglio. Abbiamo parecchie varietà che ci consentono maturazioni differenziate nel tempo: Ferrovia, Regina, Kordia, Durone, Mora, Carmen e vari cloni del gruppo Sweet. Si cerca di diversificare anche per non trovarci con la raccolta concentrata in poche settimane, che ci metterebbe in difficoltà anche per quanto riguarda la manodopera, che è sempre più difficile da reperire”.
Si spera in un’annata che riporti il sorriso dopo un 2021 praticamente a reddito zero. A causa delle gelate, le perdite di produzione furono fortissime, soprattutto in pianura e negli impianti sforniti di sistemi antibrina. Anche il 2020 fu flagellato dal gelo, mentre nel 2019 fu la grandine a causare la spaccatura dei frutti precoci. Tra maltempo e perdita di valore i ciliegi, in regione, hanno subito una forte riduzione. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie produttiva dei ciliegeti veneti si è ridotta dai 2.784 ettari del 2008 ai 1.968 ettari del 2021. Leader rimane la provincia di Verona, con il 77 per cento di impianti (1.510 ettari), seguita da Vicenza, Padova e Treviso. “La grande distribuzione deve capire che se si vuole vedere prodotto italiano bisogna che i frutticoltori ricevano il giusto compenso – avverte il presidente -, altrimenti smetteranno di produrre e sugli scaffali rimarrà solo frutta straniera, con minori garanzie di freschezza e qualità. Lavorare tanto, rischiare, pagare in anticipo le spese e tirare i conti a fine anno per scoprire che il bilancio è in perdita non conviene a nessuno”.