MILANO – “Una norma di civiltà che rende giustizia alla ragionevolezza.” Così Ruggero Lenti, presidente di Assica, commenta l’approvazione dell’emendamento che chiarisce l’obbligatorietà di pagare i salumi entro 30 giorni, sancendo ogni altro termine come pratica commerciale sleale.
“Per noi non ci sono mai stati dubbi circa l’obbligatorietà di pagare i salumi a 30 giorni – prosegue Lenti. Infatti, all’indomani dell’approvazione del D.lgs. 198/21 di recepimento della attesa direttiva UE in materia di pratiche sleali, eravamo e fermamente convinti che le nuove norme e definizioni non potessero sovvertire quello che per oltre 10 anni è stato considerato un comportamento commerciale scorretto.
Tuttavia, con il rinnovo dei contratti di fornitura a inizio anno, ci siamo visti richiedere condizioni di pagamento oltre i consueti 30 giorni. Un comportamento motivato dai nostri clienti come interpretazioni della nuova norma dalla quale, per omogeneità testuale con le norme UE, era sparita la puntuale elencazione di tutti i prodotti considerati deperibili.
Una richiesta che abbiamo sempre prontamente respinto perché a nostro avviso infondata e inaccettabile.
Ringraziamo tutti i parlamentari e il governo che hanno ascoltato le ragioni di tutti e preso quella che per noi era l’unica scelta possibile. Evidentemente non solo per noi” ha affermato Ruggero lenti, Presidente di ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi.
Un provvedimento che apporta solo un chiarimento di tipo burocratico, ma che sul piano economico vale molto per le aziende del comparto: se non si fosse ripristinato questo chiarimento, i tempi di pagamento dei salumi avrebbero rischiato di allungarsi a 60 giorni con una maggiore esposizione bancaria per le aziende produttrici tra i 400 e i 500 milioni di euro l’anno e con il rischio di non avere sufficienti affidamenti.