MILANO – “Le aziende agricole della Regione Lombardia, con particolare riferimento a quelle situate nella Pianura Padana, stanno facendo i conti da mesi con il grave deficit idrico comune a gran parte del Nord del Paese, che va ad aggiungersi alle problematiche ataviche comuni a tutto il settore agricolo, sulle quali sono recentemente andati a innestarsi i rincari record dei fattori produttivi e delle tariffe energetiche”. Lo sottolinea la Copagri Lombardia che ha partecipato all’odierna riunione del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica.
“Si tratta di un problema che non è direttamente collegato al climate change, ma che molto più prosaicamente deriva da una errata gestione della risorsa idrica, pianificata tenendo in scarsa considerazione le legittime esigenze del primario, che proprio durante la pandemia ha dimostrato la sua imprescindibilità, contribuendo al regolare rifornimento degli scaffali e alla tenuta del Paese”, afferma il presidente della Copagri Brescia Alessandro Baronchelli, intervenuto al Tavolo siccità per la Copagri Lombardia, ricordando anche l’annosa vicenda della gestione delle acque del Lago d’Idro, tuttora irrisolta, che sta provocando pesanti conseguenze per tutto il bacino bresciano.
“In un momento di tale complessità, nel quale le aziende sono ancora alle prese con le ripercussioni legate all’emergenza pandemica, è impensabile lasciare praticamente ‘a secco’ le aziende agricole della Pianura Padana”, osserva il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere, facendo notare che “c’è il 60% di acqua in meno rispetto alla media del periodo storico e le previsioni metereologiche a breve e medio termine non prevedono precipitazioni tali da poter soddisfare il fabbisogno di acqua per l’agricoltura”.
“Il rischio concreto legato alla scarsa o mancata irrigazione è quello di vedere gravi effetti e ripercussioni sugli andamenti colturali, oltre a una sensibile riduzione produttiva del primario regionale, con perdite stimate nell’ordine del 30% per determinate produzioni, quali ad esempio il grano”, prosegue Cavaliere, invitando la Regione a lavorare su un piano preventivo di stoccaggio della risorsa idrica che tenga in debita considerazione le necessità del Primario regionale e a concedere una deroga al rilascio del Deflusso Minimo Vitale-DMV per fini irrigui.