ROMA – Si allarga anche al Centro Sud d’Italia l’allarme per l’emergenza siccità in questo torrido Maggio 2022. La preoccupante indicazione arriva dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
In particolare, riferisce Anbi, è Roma ad assumere il ruolo di “capitale” anche in questa poco invidiabile fotografia del Paese; alla stazione di rilevamento Lanciani, ad esempio, da inizio d’anno sono caduti 137 millimetri di pioggia contro una media, negli scorsi 16 anni, pari a mm. 357. In questo 2022 le piogge sono state scarse su tutto il Lazio: in alcune zone del litorale romano e del viterbese (Ladispoli, Cerveteri, Tarquinia, Viterbo) sono finora caduti meno di 100 millimetri di pioggia contro una media di mm. 300 (fonte: ARSIAL); analoga situazione di scarsità pluviometrica si registra in provincia di Latina. A risentire di questa situazione sono inevitabilmente i corpi idrici: il lago di Bracciano resta stabilmente 25 centimetri sotto i livelli del 2021; il fiume Tevere è circa un metro più basso dei livelli registrati negli ultimi anni, avvicinandosi a quelli rilevati nel siccitosissimo 2017; la portata del fiume Aniene è addirittura dimezzata rispetto alla media in anni recenti; peggiore degli anni scorsi è anche la condizione idrica dei fiumi Sacco e il Liri.
“La forte pressione antropica soprattutto della Capitale sulle risorse idriche aggrava la condizione delle già scarse portate, dimostrando la necessità di realizzare pure qui nuovi invasi multifunzionali, capaci di rispondere anche alle esigenze potabili, come previsto dalle progettualità del Piano Laghetti da noi presentato insieme a Coldiretti” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Resta largamente insufficiente la condizione idrica nella confinante Toscana, soprattutto nelle zone meridionali della regione dove, in continuità con l’attiguo viterbese, il fiume Ombrone registra una portata (1,86 metri cubi al secondo) addirittura inferiore al Deflusso Minimo Vitale (mc./sec. 2,00), segnando uno dei picchi più bassi dei recenti 20 anni; nel mese di Maggio, infatti, le piogge sono state irrisorie, addirittura inferiori ai 10 millimetri su alcune zone del Grossetano e dell’Aretino. Analoga situazione di insufficienza idrica si segnala nel resto della regione dove l’Arno registra una “magra” pari a 11,20 metri cubi al secondo.
Anche nelle Marche i livelli attuali dei corsi d’acqua si stanno avvicinando (in alcuni casi sono addirittura inferiori) a quelli largamente deficitari dello scorso anno; la differenza la fanno, per ora, i bacini, che continuano a contenere una quantità d’acqua superiore di 4 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.
“E’ la testimonianza evidente della funzione calmieratrice e di riserva idrica, che assumono gli invasi rispetto al territorio, divenuta fondamentale, oggi più che mai, come elemento di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
Scendendo a Sud, calano le portate dei principali fiumi della Campania con il Garigliano in grave sofferenza.
Continua ad essere deficitario il bilancio idrico nei bacini di Basilicata (calo di oltre 2 milioni di metri cubi in una settimana ed un gap negativo di quasi 26 milioni rispetto al 2021) e Puglia (- Mmc. 5.500.000 ca. in 7 giorni).
Risalendo la Penisola, resta grave la condizione idrica in Emilia Romagna, dove è gravemente deficitario il bilancio idroclimatico (precipitazioni + evapotraspirazione) nel Ferrarese e nei bacini montani dal Parma al Trebbia, mentre i fiumi Enza e Secchia scendono al di sotto dei minimi storici.
Continua a decrescere il fiume Po, scendendo in alcune zone (Cremona) sotto i minimi storici.
In Veneto crescono, seppur in maniera insufficiente, i livelli dei fiumi Adige e Piave, ma contestualmente le altezze idrometriche di Brenta e Livenza sono inferiori di circa 2 metri a quelle dello scorso anno.
Analogo andamento si registra in Lombardia dove la portata del fiume Adda cresce ma resta lontana dai livelli consueti per il periodo; le riserve idriche della regione sono complessivamente dimezzate rispetto alla media.
In questo quadro si inserisce l’ulteriore decrescita dei livelli dei laghi Maggiore e di Garda; Lario ed Iseo invece registrano buone performance.
A NordOvest, infine, calano i livelli dei fiumi piemontesi (unica eccezione, la Stura di Lanzo), mentre migliora la condizione dei corsi d’acqua in Valle d’Aosta, beneficiari dello scioglimento dei comunque scarsi manti nevosi.