BERGAMO – “L’applicazione di adeguate pratiche di gestione può dare un contributo essenziale nel mitigare gli effetti avversi del cambiamento climatico, ma agromeccanici e agricoltori non possono essere lasciati soli dalle istituzioni in una lotta che, da diversi anni a questa parte, sta mettendo a dura prova la resistenza del tessuto imprenditoriale agricolo del nostro paese” – così si è espresso Leonardo Bolis, presidente provinciale e regionale di Confai, commentando i recenti aggiornamenti resi noti nell’ambito del Programma europeo sul suolo (EJP SOIL). Le dichiarazioni del presidente Bolis fanno seguito alle grandinate dei giorni scorsi, che hanno colpito le campagne bergamasche e lombarde, già in difficoltà a causa della siccità.
Come ha sottolineato il Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA sull’ultimo numero della rivista specializzata PianetaPsr, pratiche quali gli avvicendamenti colturali, le misure di risparmio idrico e le cosiddette lavorazioni conservative possono dare un contributo nel difendere le produzioni agricole da alcune categorie di rischio, rafforzando il contenuto di sostanza organica nei terreni, migliorando la crescita delle radici e facilitando il trasporto delle risorse idriche e delle sostanze nutritive. “Come evidenziano i documenti ufficiali del Green Deal, il grande progetto dell’Unione Europea per un futuro sostenibile, l’agricoltura potrà fornire un apporto fondamentale nell’ambito della strategia UE verso l’obiettivo generale della neutralità climatica”, ricorda il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo.
“In questo scenario occorre altresì osservare che la maggior parte delle superfici di pianura sono lavorate generalmente per mezzo di servizi in conto terzi – aggiunge Cattaneo -. Nella sola provincia di Bergamo circa 45.000 ettari di colture sono oggetto di lavorazioni realizzate da imprese agromeccaniche. Di fronte a questa realtà, auspichiamo che le autorità nazionali e regionali riconoscano definitivamente il diritto delle imprese agromeccaniche di avere accesso a pieno titolo ai bandi comunitari a sostegno degli investimenti e dell’innovazione in agricoltura”.
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