BRUXELLES – I dati parlano chiaro, il 60% delle popolazioni di insetti europee sono sparite negli ultimi 40 anni, arrivando a percentuali ancora piú alte (75%) nei terreni agricoli.
“Una strage silenziosa i cui effetti negativi sono in realtá ben piú gravi di quanto si possa immaginare” – commenta in una nota da Bruxelles l’eurodeputato Marco Dreosto, membro dell’intergruppo Biodiversity, Hunting & Country-Side – “la perdita di insetti in termini di biomassa é talmente importante da mettere a rischio la conservazione di molte specie entomofaghe, ovvero strettamente insettivore come le rondini o i pipistrelli”.
Biodiversitá a rischio dunque, in quanto gli insetti rappresentano proprio la base della catena alimentare di centinaia di specie e risultano indispensabili per la crescita dei pulcini di tutti gli uccelli insettivori, granivori e frugivori, di mammiferi come il toporagno, il riccio, le talpe, di rettili ed anfibi. “Le sostanze da sintesi chimica, utilizzate soprattutto nel passato in agricoltura come i pesticidi sistemici a base di neurotossine, hanno contribuito non poco alla scomparsa dell’entomofauna, al pari della meccanizzazione agricola potenziata, ma anche la perdita degli habitat dovuta all’antropizzazione e i cambiamenti climatici hanno influito altrettanto pesantemente; una congiuntura negativa che rischiamo di pagare a caro prezzo anche in termini economici, con un calo generale delle produzioni e un gravissimo danno ai servizi ecosistemici”.
Per Dreosto la miglior soluzione per frenare il trend negativo della perdita di insetti e impollinatori é rappresentata dai miglioramenti ambientali a favore della biodiversitá, per i quali l’UE si dovrá impegnare maggiormente, sostenendo e incentivando tali iniziative con ulteriori stanziamenti economici a favore di proprietari di fondi ed agricoltori anche al di fuori dei pilastri della prossima PAC 2023-2027.