Salvare l’umanità con l’agricoltura: l’impresa deve essere immaginata come un sistema vivente. Intervista al Cav. Valentino Mercati, patron di Aboca

SANSEPOLCRO (AR) – E’ da diversi anni Cavaliere del Lavoro. Difficile fermarsi alla parola “imprenditore” per presentarlo oggi, dopo oltre 40 anni di attività nel settore dell’agricoltura e della trasformazione per la produzione di dispositivi medici a base di sostanze naturali. Il Cav. Valentino Mercati aveva già nella sua mente nel 1978 quale sarebbe stato lo sviluppo del progetto della sua azienda, la Aboca, nata nel piccolo borgo di Piero della Francesca, a Sansepolcro, in Toscana. In questa intervista esclusiva al portale agricultura.it il patron del colosso toscano riassume il concetto di “impresa come sistema vivente” che è anche il titolo dell’ultimo volume presentato dall’azienda toscana nei mesi scorsi.

“Il concetto era ben chiaro fin dagli anni Settanta quando abbiamo fondato Aboca: fare biotecnologia applicata all’agricoltura era il futuro per un mondo che per ciclicità subirà sempre guerre, pandemie, economie forti che si approfittano di quelle deboli. Il tutto in un contesto evidentemente molto diverso, dal punto di vista climatico, soprattutto. Se è vero che nel 2050 non avremo più acqua per alimentare le nostre piante, è vero anche che non avremo più cibo e quindi sopravvivenza della specie. Per questo l’uomo di oggi (e siamo già in netto ritardo) deve dedicarsi a combattere la propria estinzione”.

Un concetto spiegato bene, questo, ma come potrà evitare l’estinzione l’umanità?

“Smettendo di credere che globale è per forza peggiore di locale; smettendo di pensare a un modello di agricoltura che inquina i terreni con urea e sottrae acqua al pianeta; investendo sempre di più in ricerca, tecnologia e biotecnologia”.

Un argomento di cui parlava già alla fine degli anni Settanta e su cui con Aboca ha creato un “modello”.

“Non è un modello la nostra azienda, ma semplicemente avevamo guardato a quella che oggi è chiamata economia circolare forse prima di altri. Per questo possiamo dire di essere all’avanguardia in certe produzioni, di poter sedere allo stesso tavolo delle maggiori multinazionali in campo medicinale e quindi, in un certo senso, di poter lasciare qualcosa al mondo produttivo del futuro”.

Proponendo l’impresa come un sistema vivente?

“E’ un nostro slogan praticamente, quello che ci ricorda ogni giorno perchè siamo arrivati ad essere una Società Benefit che guarda prima di tutto al valore umano. Non sono etichette per vendere di più, il consumatore non è così poco preparato oggi, ma un modo di amministrare una impresa che è al passo coi tempi e i tempi oggi sono quelli che ci dicono che siamo in ritardo su tutto, soprattutto sulla gestione delle nostre risorse primarie”.

Quindi quale futuro per l’agricoltura o quale l’agricoltura del futuro?

“Dal nostro punto di vista crediamo da molti anni nell’agricoltura rigenerativa che si basa sulla coltivazione di tante specie diverse senza l’utilizzo della chimica, ma una rotazione delle coltivazioni sui terreni e questo ci aiuta a preservare e ad aumentare la biodiversità, ad attirare insetti che stanno altrimenti scomparendo, a mantenere un ecosistema che fa bene alla natura. La perdita della biodiversità a causa di filiere alimentari concentrate sulle monocolture è quello che sta portando l’uomo dritto alla sua estinzione. Noi siamo un piccolo esempio, ma per fortuna non isolato”.

Aboca è una healthcare company italiana che realizza prodotti 100% naturali e biodegradabili per la salute dell’uomo. L’azienda produce e distribuisce dispositivi medici a base di sostanze naturali utili nel trattamento di numerose esigenze di salute in area di automedicazione, dalle più comuni patologie alle sindromi complesse. Aboca realizza inoltre integratori alimentari naturali, formulati per supportare l’organismo. L’azienda è nata nel 1978 a Sansepolcro, in Toscana, con l’obiettivo di ricercare nella complessità della natura le soluzioni per la cura dell’uomo. Oggi conta 1600 dipendenti ed è presente in 21 Paesi

Informazione pubblicitaria