UE. Copagri, l’Europa e il suo futuro sono in mano ai giovani, anche agricoltori

ROMA – “Il modello agricolo UE sta vivendo una fortissima evoluzione, legata in gran parte al fatto che il primario sta avanzando velocemente in termini di ricerca e sviluppo, di nuove tecnologie e di innovazioni, che sono sempre più fondamentali in termini di sostenibilità, ma anche di produttività, aspetto fondamentale per soddisfare la domanda di cibo di una popolazione mondiale che crescerà di 2 miliardi entro il 2050”. Lo ha sottolineato la responsabile del Coordinamento dei giovani agricoltori della Copagri Federica Agati intervenendo agli Stati Generali della Conferenza sul futuro dell’Europa, svoltasi alla presenza, tra gli altri, del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio.

“Ne consegue che anche la figura dell’agricoltore sta subendo forti cambiamenti, tanto che a questi ultimi, oltre al primario ruolo di produrre cibo, viene sempre più spesso richiesto di lavorare in termini di sostenibilità ambientale, riducendo quindi gli sprechi, le emissioni, l’utilizzo di acqua e di input chimici, ma anche in termini di tutela del paesaggio naturale, di presidio del territorio e dell’ambiente, contribuendo in tal modo a contrastare i cambiamenti climatici e a preservare la biodiversità”, ha proseguito Agati di Copagri.

“In questo contesto, anche per il futuro del continente comunitario, diventa fondamentale promuovere con sempre maggiore decisione un vero ricambio generazionale in agricoltura, lavorando per rimuovere tutti quegli ostacoli che frenano l’ingresso dei giovani, come l’accesso alla terra, il credito, i costi e la burocrazia; i giovani, infatti, svolgono un ruolo imprescindibile, in quanto sono maggiormente e naturalmente propensi all’innovazione, alla digitalizzazione e alla multifunzionalità, tutti elementi che rappresentano le chiavi di volta del futuro dell’agricoltura”, ha osservato la responsabile dei giovani della Copagri.

“Nonostante un rinnovato interesse per il primario, in particolare per l’Italia che è il primo Paese in Europa per numero di giovani in agricoltura e che ha visto negli ultimi cinque anni un incremento del 14% degli stessi, solo l’11% di tutte le aziende agricole dell’Unione europea è gestito da agricoltori al di sotto dei 40 anni”, ha fatto notare Agati, ricordando che “nel nostro Paese si contano quasi 60mila imprenditori under 35 alla guida di aziende agricole e zootecniche”.

“Appare quindi evidente come ci sia ancora molta strada da fare per raggiungere quel tanto auspicato cambio di passo che possa portare l’agricoltura comunitaria nel futuro e riteniamo che questo passaggio passi necessariamente da una rinnovata attenzione nei confronti dei giovani”, ha concluso la responsabile del Coordinamento dei giovani agricoltori della Copagri.

 

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