FIRENZE – “Le aziende agricole non possono prevedere fatture per la cessione di quote o titoli di emissione di anidride carbonica prodotta volontariamente mediante la coltivazione del fondo. I proventi derivanti dalla commercializzazione di quote di CO2 concorrono, dunque, alla formazione del reddito d’impresa come ribadito in una risposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze a una nostra interrogazione parlamentare. Sarà necessario, pertanto, procedere a una modifica normativa del TUIR, il testo unico per le imposte sui redditi, che proporremo sin dai prossimi decreti”. Lo dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della commissione Agricoltura, che parteciperà oggi all’evento organizzato dall’Accademia dei Georgofili, in collaborazione con la Fondazione ReSoil e il Politecnico di Torino, denominato ‘Biochar e carbon farming: opportunità per il sequestro di carbonio e per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali nell’Ue e nei Paesi terzi’.
“In uno scenario di transizione ecologica – aggiunge – è necessario provvedere quanto prima a considerare nel reddito agrario anche la cessione di titoli che certificano il sequestro o la riduzione di anidride carbonica realizzata volontariamente mediante la coltivazione del fondo”. “In questo modo, renderemo gli agricoltori italiani ancor più protagonisti in prima linea degli sforzi per una maggiore sostenibilità delle produzioni agricole, dando loro una possibilità di ulteriore diversificazione del reddito” conclude Gallinella.
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