MEDYKA (POLONIA) – Il blocco dei porti sul Mar Nero ha causato uno stop quasi totale delle esportazioni di grano e petrolio provenienti dall’Ucraina.
“Vanno aperte rotte di esportazione alternative e rimossi gli ostacoli burocratici” sostiene l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, che in questi giorni è stato in missione al confine tra Ucraina e Polonia. “Ciò è fondamentale non solo per sostenere l’Ucraina, ma anche per rifornire l’Europa e le altre parti del mondo”.
Dorfmann ha visitato i valichi di frontiera di Medyka e Korczowa insieme a Norbert Lins, presidente della commissione per l’agricoltura, e altri cinque europarlamentari. Da Medyka passano la maggior parte dei trasporti ferroviari, mentre i camion utilizzano principalmente il valico di Korczowa. “Con la nostra visita abbiamo appurato le capacità delle vie di trasporto e dei magazzini, al fine di trovare una rapida soluzione al blocco attuale”, spiega l’europarlamentare sudtirolese.
Lo stop alle esportazioni ha due cause. “Innanzitutto mancano le infrastrutture”, sostiene Dorfmann. Prima dell’invasione russa, le esportazioni agricole transitavano principalmente dal mare. Ciò permetteva di esportare milioni di tonnellate di prodotti agricoli all’anno, rifornendo così circa 400 milioni di persone in tutto il mondo. “Da quando i porti ucraini sono stati bloccati, tutte le esportazioni devono essere trasportate in treno o su camion. – continua Dorfmann – Questo comporta un taglio massiccio dei rifornimenti”.
La ferrovia e la strada non sono infatti in grado di supplire da sole a questa situazione, neppure con un utilizzo ottimale delle loro capacità. L’Unione europea ha perciò individuato come alternativa il trasporto navale attraverso Danubio. “Ma va creata l’intera catena logistica”, argomenta Dorfmann, il quale ha constatato di persona che al momento sono pochissimi i camion al confine con la Polonia. “Ciononostante, i tempi d’attesa e le code sono lunghi”, aggiunge l’europarlamentare.
Ciò è dovuto anche alla seconda causa dei problemi di esportazione, ovvero la lentezza della burocrazia. “Le autorità polacche stanno cercando di aumentare la capacità ai valichi di frontiera, ma le cose potrebbero andare meglio”, dice Dorfmann. Questo è un altro motivo per cui gli ostacoli burocratici vanno ridotti per tutta la durata della crisi. “L’UE ha chiesto agli stati membri di facilitare e accelerare i controlli. – conclude l’europarlamentare altoatesino – Inoltre, i controlli dovrebbero essere eseguiti in un unico luogo, se possibile, in modo da poterli gestire in modo più efficiente”.