BRUXELLES – Quasi due terzi (65%) degli europei vedono favorevolmente l’appartenenza all’UE.
Si tratta del risultato più alto dal 2007, quando il dato era al 58%. L’adesione è vista infatti come “una cosa positiva” dalla maggioranza relativa dei cittadini in tutti i paesi, ad eccezione di Grecia e Slovacchia, dove un numero maggiore di intervistati la considera “né una cosa buona né una cattiva”. Rispetto all’ultimo sondaggio Parlemeter del Parlamento condotto alla fine del 2021, i risultati sono aumentati in modo significativo nella maggior parte dei paesi, in particolare in Lituania (+20 punti percentuali), Malta (+12 pp) ed Estonia (+9 pp). Per l’Italia, il 49% ha risposto di avere un’immagine positiva dell’appartenenza all’Unione, con un aumento di 5 punti rispetto al 2021, contro il 10% che ha dato una risposta negativa.
Il 52% degli europei oggi ha una percezione positiva dell’UE con un aumento di tre punti rispetto a novembre-dicembre 2021. Si tratta del miglior risultato misurato dai sondaggi del Parlamento europeo dal 2007. Per quanto riguarda i risultati nazionali sull’immagine positiva dell’UE, si va dal 76% in Irlanda al 32% in Grecia. L’Italia si posiziona appena sotto il dato medio, con il 48% di cittadini che ha una percezione positiva dell’UE (+3 pp sul 2021).
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha accolto i risultati commentando: “Con il ritorno della guerra nel nostro continente, gli europei si sentono rassicurati dal far parte dell’Unione europea. I cittadini sono profondamente attaccati alla libertà, sono pronti a difendere i propri valori e si stanno rendendo conto sempre più che la democrazia non può più essere data per scontata.”
Gli eventi recenti hanno anche definito la percezione che gli europei hanno di altri importanti attori sulla scena internazionale. La Russia è vista positivamente solo dal 10% degli intervistati, in calo rispetto al 30% del 2018, quando è stata posta l’ultima volta questa domanda. La Cina torna al penultimo posto con il 22% (-14 pp). Al contrario, gli europei hanno un’immagine più positiva del Regno Unito (65%, +1 pp), seguito dagli Stati Uniti con il 58% (+13 pp).
La maggior parte dei cittadini percepisce la guerra in Ucraina come un cambiamento fondamentale: il 61% degli europei non è sicuro che la propria vita continuerà come prima, opinione condivisa dal 50% degli italiani. Solo un terzo circa degli intervistati UE (37%) crede resterà tale, mentre in Italia la percentuale di fiducia sale al 49%. Un sondaggio pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione europea mostra che otto intervistati su dieci (80%) sono d’accordo nell’imporre sanzioni economiche al governo russo, nonché alle aziende e ai cittadini russi. La maggioranza dei cittadini in 22 Stati membri è soddisfatta della risposta dell’UE all’invasione russa dell’Ucraina.
Con l’inflazione e il costo della vita in aumento da molto prima dell’inizio della guerra russa in Ucraina, quattro europei su dieci affermano di subire già un impatto sul proprio tenore di vita (40%). In Italia il dato scende al 33%. Come segno della resilienza e dell’unità europea, il 59% degli europei considera prioritaria la difesa di valori europei comuni, come la libertà e la democrazia, anche se ciò dovesse incidere negativamente sul costo della vita. Questo vale anche per il 55% degli italiani.
Le crescenti preoccupazioni economiche si riflettono anche nelle priorità politiche su cui i cittadini vogliono che il Parlamento europeo si concentri: prima viene citata la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (38%), seguita dalla salute pubblica (35%), che è diminuita significativamente di 7 pp negli ultimi sei mesi, e democrazia e stato di diritto (32%), che a sua volta ha subito un aumento significativo di 7 pp.
La percezione della guerra e di cosa significhi per l’Unione europea emerge anche nei valori fondamentali dei cittadini che vogliono che il Parlamento europeo difenda in via prioritaria: la democrazia è ancora una volta in cima alla lista, con un aumento di sei punti rispetto all’autunno 2021 (38%, +6pp); per gli italiani il dato sale al 40%. La protezione dei diritti umani nell’UE e nel mondo, così come la libertà di parola e di pensiero, seguono entrambe con il 27%. In Italia, la salute pubblica (47%) e il sostegno all’economia e al mercato del lavoro (43%) sono i temi che più si vorrebbero affrontati dall’istituzione.
Contesto
L’Eurobarometro della primavera 2022 del Parlamento europeo è stato condotto dal 19 aprile al 16 maggio 2022 coinvolgendo 26.578 intervistati nei 27 Stati membri dell’UE. Il sondaggio è stato condotto con interviste faccia a faccia, e completato con interviste online ove necessario. I risultati a livello dell’UE sono stati ponderati in base alla dimensione della popolazione in ciascun paese.