ROMA – A fine giugno Riccardo Cassetta è stato nominato presidente di Assitol. Amministratore unico di Olio Levante srl, impresa dell’olio d’oliva nata ad Andria (BAT), esattamente un secolo fa e giunta alla quarta generazione della famiglia Cassetta, il neopresidente di ASSITOL è da tempo impegnato nell’attività associativa. Classe 1963, Cavaliere al merito della Repubblica, è stato vicepresidente del Consorzio Tutela dell’Olio DOP Terra di Bari. Attualmente ricopre il ruolo di presidente della delegazione territoriale Bat di Confindustria Bari, Barletta-Andria-Trani, oltre che vicepresidente di Confindustria Bari-Bat. E’ inoltre socio fondatore dell’Aemi, l’Associazione economica del Messico in Italia. In questa intervista ad agricultura.it il presidente fa il punto sull’attualità e sugli obiettivi del suo mandato.
Presidente, la sua nomina arriva in un momento di economia e politica internazionale molto particolare. Quali sono le priorità del suo mandato in Assitol?
ASSITOL rappresenta un ampio segmento del mondo agroalimentare italiano, perché mette insieme gli oli d’oliva con quelli da semi, i semilavorati della panificazione con il lievito e le agroenergie. Il mio mandato non può prescindere dalla situazione attuale: gli effetti della guerra in Ucraina e l’inflazione incidono notevolmente sui nostri associati. L’Associazione intende sostenere a tutto campo le aziende, aiutandole a lavorare in modo più efficace, nonostante la tempesta in atto. Il nostro primo obiettivo è la semplificazione di quel coacervo di norme, spesso obsolete, che appesantiscono l’attività industriale e che rappresentano il principale ostacolo alla competitività. Ci impegneremo a fondo su questo fronte: non vogliamo che l’industria alimentare faccia passi indietro rispetto ai grandi successi registrati negli ultimi anni. Ecco perché intendiamo avviare una riflessione sulle misure ed i provvedimenti in grado di salvaguardare il primato dell’industria manifatturiera italiana.
Oltre allo snellimento di leggi e procedure, se vogliamo ridare slancio al nostro agroalimentare, dobbiamo collaborare sempre più da vicino con le istituzioni, la pubblica amministrazione e, al tempo stesso, con le organizzazioni agricole. L’obiettivo è conciliare le necessità di industria, agricoltura e politica, in modo da essere più competitivi e coesi, come i Paesi nostri concorrenti. Anche le conseguenze della guerra in Ucraina ed il problema dei rincari si affrontano lavorando insieme alla filiera e agli interlocutori coinvolti, nessuno escluso. Più dialogo e regole più semplici: per ASSITOL, è questa la ricetta del rilancio.
Si parla molto dell’olio di semi di girasole che ancora oggi sta provocando squilibri di mercato. Quale la soluzione a riguardo, guardando al futuro?
Rispetto allo scorso marzo, quando il Gruppo oli da semi di ASSITOL ha lanciato l’allarme, la situazione è migliorata. L’industria torna a respirare aria di normalità, grazie alle aziende che hanno saputo differenziare le loro forniture, approvvigionandosi in altri Paesi dell’Est europeo. L’orizzonte è però ancora incerto e rischia di diventarlo sempre di più se la guerra dovesse continuare ancora per molto tempo. Sul tema delle oleaginose, essenziali per il nostro agroalimentare, ASSITOL, in tempi non sospetti, aveva già sottolineato l’importanza di ampliare colture come il girasole e la soia, implementando le superfici coltivate e valorizzando il contributo della ricerca per aumentare le rese del campo. E’ impossibile raggiungere la totale autosufficienza negli approvvigionamenti, ma è realistico diminuire la nostra dipendenza dall’estero.
Il tema degli ultimi mesi è ritoccare il modello produttivo ed economico, anche sulla base delle ripercussioni della guerra in Ucraina. E’ corretto secondo lei parlare di autarchia alimentare? O quali sono le soluzioni per ovviare a problematiche come quelle degli ultimi mesi?
Più che di autarchia, dovremmo parlare di soluzioni concrete. Sarebbe opportuno riavvicinare agricoltura ed industria, che spesso viaggiano in totale autonomia quando, al contrario, dovrebbero integrarsi. Dobbiamo e possiamo incrementare la produzione agroalimentare, ma ci riusciremo soltanto se questi due mondi collaboreranno, aiutandosi l’uno con l’altro. Questo ci consentirebbe di affrontare alcuni “colli di bottiglia”, come, ad esempio, la logistica, su cui c’è molto da lavorare. Inoltre, sarebbe bene porre mano alla modernizzazione del sistema agricolo: il rinnovo degli impianti è una priorità non più rinviabile ed i fondi del Pnrr vanno impiegati in questa direzione. Infine, una maggiore unità nelle diverse filiere ci aiuterebbe ad agire compatti sulle problematiche comuni, sia in Italia che a Bruxelles.
Educare è anche uno dei valori della vostra associazione: percorrerà anche lei questa strada nel suo mandato?
Certamente. ASSITOL è impegnata da diversi anni a favore della corretta informazione che, in tempi di fake news, rappresenta un obiettivo prioritario e tutt’altro che facile da raggiungere. Un esempio calzante, a mio avviso, riguarda l’olio extra vergine d’oliva. La ricerca medica ne ha certificato le formidabili proprietà benefiche, sottolineando che è un’autentica spremuta di benessere. Sui social media, al contrario, lo si attacca perché “fa ingrassare”. Contro questa evidente falsità, dovremo impegnarci di più nella comunicazione, allo scopo di trasmettere un’immagine positiva di questo straordinario prodotto. In Europa si discute addirittura di sistemi di etichettatura che penalizzerebbero i “gioielli” della nostra cultura alimentare, come l’olio d’oliva. Un esempio è il Nutriscore, sostenuto dai francesi, che ci vede totalmente contrari. L’altra strada è quella della divulgazione diretta al consumatore, che noi abbiamo già intrapreso con il format “Pane&Olio”. Attraverso gli eventi dedicati alla degustazione di pane fresco artigianale e olio d’oliva, ASSITOL ha lanciato una serie di messaggi ed informazioni utili sulla Dieta mediterranea e sui suoi alimenti fondanti. Intendiamo continuare su questo filone, individuando nuovi strumenti e strategie per esaltare i nostri prodotti.