ROMA – “La transizione ecologica avviata con il Green Deal Europeo, in linea con le azioni già intraprese dall’Europa con la Farm to Fork e al Piano d’azione per l’agricoltura biologica dell’UE, evidenziano chiaramente la necessità di continuare a investire per la crescita del biologico, puntando su elementi strategici che tengano in debita considerazione un contesto economico in costante mutamento, legato alle oscillazioni dei mercati, ai rincari record fatti registrare dai costi di produzione e dalle tariffe energetiche e a fattori ancora più imprevedibili, quali la pandemia o il conflitto sul versante comunitario orientale”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo al convegno “Appuntamento con il bio: l’agricoltura biologica del futuro”, svoltosi alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni e del presidente dell’Ismea Angelo Frascarelli.
“Parliamo di un comparto, quello del biologico, che cresce a ritmo spedito e che nell’ultimo ventennio ha fatto registrare una crescita costante e strutturata, grazie al grande lavoro dei produttori agricoli e al favore dei consumatori; un settore che negli ultimi 5 anni ha fatto registrare un aumento del 40% di superfici e aziende bio e che detiene il primato comunitario in termini di incidenza di superficie biologica sulla SAU totale”, ha fatto notare Verrascina, secondo cui “tali dati non fanno altro che rafforzare la sempre maggiore rilevanza del bio”.
“A fronte di questi risultati, grazie ai quali il bio nel 2021 si è attestato su quasi 2,2 milioni di ettari, facendo registrare circa 4 miliardi di euro di fatturato, in aumento dell’11% su base annua, diventa ancora più importante continuare a lavorare per sostenere la crescita del settore, puntando in particolare su interventi che possano far andare di pari passo l’aumento della produzione con il trend dei consumi”, ha aggiunto il presidente, ricordando la necessità di continuare a puntare e investire sulla ricerca e sull’innovazione e di intervenire per snellire la burocrazia e ridurre gli oneri amministrativi a carico delle aziende.
“Una spinta in tale direzione, oltre che dalla concertazione con il Mipaaf e con la filiera, potrà arrivare dai positivi e condivisibili contenuti della legge sul biologico; imprescindibile sarà poi la messa a punto del tanto atteso Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica-PNAB, che il Mipaaf si è impegnato a varare entro il 2022, e l’individuazione di interventi strutturali che vadano ad abbattere i costi di produzione, anche ragionando su interventi di fiscalità ambientale per gli operatori bio”, ha concluso Verrascina.
Leggi anche