SINALUNGA (SI) – E’ un prezzo non sostenibile per i coltivatori, considerati i forti costi di produzione aumentati dallo scorso anno di 4mila euro ad ettaro.
Dopo l’accordo sul prezzo del pomodoro da industria al Centro-Sud – che abbiamo raccontato nei giorni scorsi (LEGGI) – abbiamo ricevuto una valanga di commenti che testimoniano malcontento e contrarietà sul prezzo raggiunto. Insomma, il prezzo non è giusto.
Ai produttori vanno 13 centesimi al chilo per il tondo, 14 centesimi al chilo per il lungo, e una maggiorazione pari al 30% per il biologico.
Se quest’anno il prezzo pagato è di 13 euro al quintale, nel 2021 era di 9 euro/q., ma i costi di produzione e manodopera e minori quantità prodotte, per mancanza di acqua e caldo eccessiva, portano in rimessa chi produce. “Se coltivare un ettaro di pomodoro da industria costa solitamente 5-5.500 euro ad ettaro – spiega Luca Marcucci, produttore ortofrutticolo della Valdichiana senese -, quest’anno non si sta sotto i 9 mila euro. Ovvero almeno 4 mila euro in più di costi di produzione per ettaro”.
Gli aumenti hanno riguardato i fertilizzanti e antiparassitari, il gasolio e i pezzi di ricambio per la manutenzione delle macchine. Prevedendo questa situazione, Marcucci ha messo in produzione solo 2 ettari a pomodoro rispetto ai 20 ettari abituali. E poi c’è una minore produzione dovuta al clima: “Nella mia zona si arriva a produrre anche 1.000 quintali ad ettaro – aggiunge -, ma quest’anno non più di 6-700 qli/ha, per le alte temperature e per la mancanza di acqua.
Ma allora quanto sarebbe un prezzo equo da conferire al produttore di pomodoro da industria? “Almeno 15 euro per il pomodoro convenzionale, e per il pomodoro biologico che è pagato 16 euro, si dovrebbe arrivare a circa 2 euro al quintale”.
Ma intanto l’accordo fra le parti è stato raggiunto a 13 euro al quintale e per questa annata produttiva, i coltivatori del Centro-Sud devono “accontentarsi” e sperare in tempi migliori.