ROMA – Senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali di cui l’Italia è peraltro fortemente deficitaria.
E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti dell’aggravarsi della situazione di emergenza idrica visto che per la prossima settimana non si prevedono precipitazioni ma da metà luglio si delinea al contrario una nuova eccezionale ondata di caldo sull’Italia con punte di 40 gradi anche in Val Padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy.
L’Italia è già costretta ad importare circa la metà del mais per l’alimentazione animale dall’estero in un contesto di forti tensioni internazionali ma la situazione – sottolinea la Coldiretti – sta avendo un impatto devastante sull’insieme delle produzioni nazionali per le quali si prevedono cali che vanno in media a livello nazionale dal 30% per i raccolti di riso al 15% per il grano ma si riduce del 20% la produzione di latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso. Nelle aree più colpite – continua la Coldiretti – sta bruciando la frutta nei campi e sugli alberi con perdite fino al 15% mentre mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po si allargano le zone di “acqua morta” con la perdita del 20% di cozze e vongole e gli assalti di insetti e cavallette solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi.
Di fatto più della metà del Made in Italy a tavola si trova in Regioni che hanno chiesto a stanno per chiedere lo stato di emergenza per la siccità, secondo l’analisi della Coldiretti. Il risultato – sostiene la Coldiretti – sono danni per oltre tre miliardi nelle campagne ma anche sull’ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio.
Una situazione drammatica in un 2022 che si è già classificato nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr. La gravità è evidente sui fiumi e sui grandi laghi nazionali che si trovano tutti su valori di minimo storico come il Po che fa segnare al Ponte della Becca -3,76 metri con una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume, mentre i grandi laghi del nord che servono come riserve di acqua per le popolazioni e l’agricoltura sono ancora ai minimi, con il Maggiore pieno solo al 29% e quello di Como è sceso addirittura ad appena l’1,2%.
Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di affrontare l’emergenza per salvare i raccolti e l’indipendenza alimentare del Paese e di investire sul futuro con interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana, secondo quanto previsto dal piano laghetti elaborato insieme all’Anbi.
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