ROMA – “Gli acquisti di terreni agricoli destinati all’insediamento dei giovani in agricoltura, se finanziati tramite mutui che prevedono anche la garanzia di Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare del Mipaaf), non saranno soggetti alle norme sulla ‘prelazione agraria’.
In pratica, un giovane che elabora un progetto di impresa agricola, trova i terreni da acquistare e la banca che lo finanzia tramite un mutuo garantito anche da Ismea, non avrà il problema della prelazione agraria che potrebbe vanificare il suo progetto”.
Lo rende noto il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente di ‘Insieme per il Futuro’.
“La norma si pone in analogia con le prerogative del ‘primo insediamento Ismea’, il cui ultimo bando risale al 2019 – prosegue – che prevede appunto la non applicazione della prelazione agraria in caso di acquisto da parte di Ismea e rivendita dei terreni ad un giovane con patto di riservato dominio. Una prerogativa normativa che ora si applicherà anche alle operazioni di primo insediamento giovani finanziata con garanzia Ismea. Si tratta – aggiunge L’Abbate – di un ulteriore tassello del ‘Progetto Credito in Agricoltura’ che ho avviato nel gennaio 2020 da sottosegretario alle Politiche agricole”.
“La garanzia di Ismea, attualmente sino alla concorrenza del de minimis, è a titolo gratuito – spiega il deputato Ipf – ma stiamo elaborando con Ismea e le banche con più vocazione agricola uno specifico prodotto che potrà d’ora in avanti costituire il principale strumento per l’insediamento dei giovani in agricoltura, sul quale ci adopereremo per chiedere supporti finanziari al Governo, finalizzati a sostenere integralmente il costo della garanzia Ismea e, al contempo, dare al neoimprenditore un premio di insediamento, simile a quello offerto dalle regioni nel Piano di Sviluppo Rurale. Non è esclusa – aggiunge L’Abbate – la possibilità di accordo diretto con le Regioni che potranno finanziare anche un progetto di miglioramento della stessa azienda acquisenda”.
“Questa norma sarà la pietra miliare per sovvertire quel triste primario che vede quella italiana, tra le grandi agricolture europee, con meno giovani imprenditori. Lo Stato sarà accanto alle nuove leve imprenditoriali, essenziali per l’esistenza e lo sviluppo del settore primario nazionale, che decidono di investire le proprie energie innovative in una nuova attività agricola” conclude.