RAVENNA – Si è conclusa tra luci e ombre la raccolta 2022 dei cereali a paglia delle Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna. I volumi complessivi, in calo rispetto agli ottimi quantitativi dello scorso anno, eccezion fatta per la produzione di orzo, sono risultati pari a 217.300 quintali.
Per il grano tenero in produzione integrata la resa media è stata di 63,34 quintali all’ettaro (-14% rispetto al 2021), mentre in biologico a 52,81 (-25%). Stesso andamento negativo per il frumento duro con una produzione media di 62,72 q/ha per l’integrato (-9%) e pari a 45,51 per il bio (-24%). L’orzo, al contrario, ha raggiunto un nuovo record grazie a una media di 76,58 q/ha per il raccolto in produzione integrata (nel 2021 erano stati 75 q/ha).
Risultati poco soddisfacenti, dovuti soprattutto alla siccità che non ha consentito l’assorbimento di tutte le sostanze nutritive necessarie all’accrescimento della spiga. La produzione totale è infatti diminuita di 14mila quintali rispetto all’anno precedente, nonostante il sensibile aumento di superfici coltivate. In particolare, dei 3.508 ettari di terreni coltivati (lo scorso anno erano solo 3.276 ettari) 1.758 sono stati a grano tenero, 1.580 a grano duro e 170 a orzo.
Quasi raddoppiata la superficie dedicata alla coltivazione di cereali biologici, passata dai 220 a circa 410 ettari. Purtroppo anche in questo caso la qualità non è all’altezza del 2021 (anno record) soprattutto in riferimento al peso specifico. Grande preoccupazione permane infine per l’aumento vertiginoso del costo dei mezzi tecnici (carburanti, fertilizzanti, ecc.) che perdura.