ROMA – Camere sciolte, domenica 25 settembre Italia al voto. Dopo il governo Draghi è terminata anche la Legislatura.
E’ finita quest’oggi la legislatura iniziata nel 2018 con il governo giallo-verde del Conte 1 (M5S e Lega), poi dal settembre 2019 al febbraio 2021 il governo giallo-rosso del Conte bis (con M5S, PD, IV, LEU) e quindi il governo di Mario Draghi dal 13 febbraio 2021 al 21 luglio 2022, governo di “unità nazionale” con FdI all’opposizione.
COMIZI D’ESTATE – Inizia così nel bel mezzo di una guerra in Europa e le conseguenze che ciò comporta, con la pandemia sempre fra noi, inflazione alle stelle (mai così alta dal 1986), un PNRR (con tante ma tante risorse) da portare a casa, e con i tassi di interesse appena alzati di 50 punti base dalla BCE, una infuocata campagna elettorale d’estate, che si concluderà, appunto, l’ultima domenica di settembre.
Sarà un tutti contro tutti, e con un Rosatellum che per ora ha portato solo a maggioranze bislacche e scarsa governabilità, ma con la novità che i parlamentari passeranno da 945 a 600, con nuovi equilibri e diversi delusi.
E l’agricoltura?
Ne parlerà qualcuno di agricoltura in questa campagna elettorale? Una domanda che ogni volta ingenuamente ci facciamo. In effetti i ‘grandi’ temi di questa campagna saranno molti, e molti saranno urlati, perché il tempo per convincere chi andrà alle urne è meno del solito. E per l’agricoltura non ci sarà spazio, temiamo. Seppur veniamo da tre anni di pandemia e sei mesi di guerra in Ucraina, in cui il tema alimentare, delle materie prime animali e per l’alimentazione, il tema energetico, sono stati all’attenzione dei media e dei cittadini più che mai. Insomma, interessa perché ogni giorno mangiamo e ci riscaldiamo, ma forse non porta voti. Ma staremo a vedere, manteniamo una percentuale di fiducia, anche stavolta.
Dichiarazione del Presidente Mattarella dopo la firma del decreto di scioglimento delle Camere
“Come è stato ufficialmente comunicato, ho firmato il decreto di scioglimento delle Camere affinché vengano indette nuove elezioni entro il termine di settanta giorni indicato dalla Costituzione. Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere, particolarmente se, come in questo periodo, davanti alle Camere vi sono molti importanti adempimenti da portare a compimento nell’interesse del nostro Paese. Ma la situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione. La discussione, il voto e le modalità con cui questo voto è stato espresso ieri al Senato hanno reso evidente il venir meno del sostegno parlamentare al Governo e l’assenza di prospettive per dar vita a una nuova maggioranza. Questa condizione ha reso inevitabile lo scioglimento anticipato delle Camere”.