BOLOGNA – Appena rinnovata alla presidenza di Maria Grazia Mammuccini. In programma l’impegno per favorire un ricambio generazionale nella Federazione, sostenere una crescita stabile dei consumi del biologico made in Italy, perseguire la politica del giusto prezzo
Rieletta all’unanimità alla presidenza di FederBio (leggi) Maria Grazia Mammuccini, dal 2015 membro dell’ufficio di presidenza della Federazione e già presidente nell’ultimo triennio. Tra le priorità del suo mandato, subito annunciate, l’impegno per favorire un ricambio generazionale, valorizzando il ruolo dei giovani e rafforzando la presenza femminile. Ma le questioni urgenti si pongono fin da subito, già il giorno successivo alla sua rielezione.
“La nostra reazione a questa crisi di Governo è di grande sconcerto, come per tutti i sistemi economici. Dopo l’approvazione storica della Legge sul biologico, attesa per oltre 15 anni e 3 legislature, abbiamo avviato un percorso positivo e molto costruttivo con il Governo. Questa crisi apre uno scenario di grande incertezza che, in un momento particolarmente complicato come quello attuale, lascia presagire il sorgere di gravi criticità”.
Il settore, dopo l’approvazione della Legge sul biologico, attendeva l’attuazione dei punti previsti nella normativa, come l’istituzione dei distretti biologici e l’introduzione del marchio made in Italy bio.
“Soprattutto – prosegue Mammuccini – diventa cruciale la stesura del Piano d’Azione Nazionale sul Biologico, la cui approvazione è prevista dalla legge in tempi molto stretti e al quale con il sottosegretario Battistoni stavamo lavorando in maniera positiva”. Il Piano è importante anche per rispondere alle osservazioni della Commissione Ue sul Piano strategico nazionale della Pac, che punta ad arrivare al 25% di superficie coltivata a biologico entro il 2027. “La Commissione ha valutato positivamente questo target ma chiede quali azioni concrete verranno introdotte per raggiungere gli obiettivi di aumentare da un lato la produzione e dall’altro i consumi di prodotti biologici”. Altro tema sul tavolo è la siccità che colpisce duramente gli agricoltori. “Territori e produzioni sono a forte rischio. Il biologico si sta comunque dimostrando più resiliente nel mantenere e incrementare la sostanza organica nel suolo, rivelandosi fondamentale per creare le condizioni di contrasto al cambiamento climatico”, spiega Mammuccini. “Ritengo che sia importante creare nelle aziende, anche di piccole o medie dimensioni, sistemi che consentano di accumulare acqua nel momento in cui ce n’è in abbondanza, per poi servirsene nelle fasi di scarsità”.
Nello svolgimento del suo ruolo la presidente sarà affiancata dai vice Andrea Bertoldi, coordinatore della sezione Soci trasformatori e distributori, da Marco Paravicini per la biodinamica, dai consiglieri Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Bio, Rossella Bartolozzi, Aldo Cervi e Michele Monetta. Confermato Paolo Carnemolla nel ruolo di segretario generale. Tra le altre priorità strategiche in agenda, sostenere una crescita significativa e stabile dei consumi di prodotti biologici made in Italy, perseguire la politica del giusto prezzo, puntando a fare sistema nella filiera per un’adeguata remunerazione degli agricoltori e un giusto prezzo per i cittadini. Investire per una ricaduta economica e occupazionale durevole nel tempo, rafforzare la trasparenza del sistema attraverso piattaforme di tracciabilità e sviluppare servizi di supporto, consulenza tecnica e formazione per sostenere gli agricoltori nella conversione al biologico.“In questo quadro si inserisce la nostra scelta di una governance rinnovata, espressione della base sociale, che vede per la prima volta anche l’impegno di Coldiretti Bio, per mettere a valore l’esperienza di FederBio come casa comune del biologico e biodinamico”, conclude Mammuccini.