CAGLIARI – Un traguardo storico che libera dopo 11 anni l’icona della gastronomia sarda, il maialetto e con lui tutta la filiera suinicola.
Lo sostiene Coldiretti Sardegna dopo l’annuncio del sottosegretario alla Salute Andrea Costa e del Governatore Christian Solinas: il 15 dicembre, fra meno di cinque mesi, Bruxelles dovrebbe garantire finalmente il via libera alla commercializzazione dei suini sardi oltre i confini regionali.
Un embargo, quello dovuto alla peste suina, lungo 11 anni, che si aggiunge all’incertezza e alla difficoltà vissuta a causa della Psa che perdura invece da ben 44 anni. “Un traguardo storico che nel corso degli anni ha lasciato sul campo tante vittime tra gli allevatori e tantissime cicatrici – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. E sono loro, gli allevatori, quelli che hanno lottato e meritato sul campo questo traguardo”.
Coldiretti Sardegna, insieme agli allevatori, non si è mai sottratta nella lunga battaglia ed è sempre stata in prima linea, anche nei momenti più duri e critici, mettendoci sempre la faccia e avanzando proposte serie e concrete. Lo abbiamo fatto promuovendo e sostenendo l’unità di progetto, le aziende virtuose che hanno sempre creduto e investito sul settore, i prodotti innovativi come il maialetto termizzato che siamo riusciti, gli unici, a portare nelle vetrina internazionale dell’Expo.
“Ma questa è una vittoria che parla al plurale per la quale bisogna riconoscere la valenza di un percorso avviato con l’unità di progetto dalla precedente amministrazione regionale e proseguito e portato a termine dall’attuale”. continua il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba.
Secondo le elaborazioni di Coldiretti Sardegna, gli allevamenti di suini nell’isola sono meno di 13mila (seconda Regione in Italia dopo la Calabria) con 163mila capi (sesta Regione), con una media di circa 12 capi ad allevamento (il 70% di queste aziende alleva anche altre specie animali), mentre la media nazionale è di 73 capi, a dimostrazione di un sistema polverizzato figlio di 44 anni di peste suina e soprattutto di 11 di embargo.
“Con i nuovi scenari si aprono tante nuove opportunità ma è richiesta anche una enorme crescita che va accompagnata da una politica attenta che sappia guidarla sia economicamente ma anche nella crescita professionale” evidenzia Battista Cualbu.
“Se tantissime aziende allevano anche suini, diversi, soprattutto giovani, in questi anni difficili hanno comunque creduto nel settore, professionalizzandosi e dando vita ad allevamenti suinicoli modello in biosicurezza. Sono loro che hanno tenuto accesa sempre la luce della speranza e che oggi rappresentano l’esempio concreto da seguire in questo percorso che speriamo il 15 dicembre ci porti finalmente a poter gustare a tavola il maialetto sardo anche fuori dalla nostra Isola”.