ROMA – In attesa di tornare al voto il prossimo 25 settembre, l’agricoltura italiana continuerà a sobbarcarsi altri due mesi di incertezze ed emergenze, oltremodo stretta tra rincari ed effetti di guerra e cambiamenti climatici, che stanno già costando miliardi di euro. È l’allarme lanciato da Cia-Agricoltori Italiani nella riunione del suo Consiglio direttivo alla presenza del ministro Stefano Patuanelli. Occorrono, infatti, risoluzioni cruciali, dall’estensione del credito d’imposta per il gasolio agricolo al superamento del limite dell’autoconsumo nell’agrifotovoltaico, dalla riduzione delle accise sui carburanti alla definitiva eliminazione degli oneri di sistema. Peseranno i ritardi su Decreto Siccità e Decreto Flussi, come l’assenza di una nuova legge sulla gestione della fauna selvatica.
“L’agenda agricola con le urgenze per l’agricoltura, su cui abbiamo lavorato insieme al ministro negli ultimi 18 mesi -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- dovranno guidare la prossima legislatura. Non abbiamo intenzione di scendere a compromessi, abbiamo questioni aperte che siamo pronti ad affrontare con chi si candida a governare questo Paese. Il settore ha bisogno di interventi strutturali e di sistema che vadano oltre le logiche emergenziali. Vogliamo costruire con le istituzioni e con tutta la filiera quella strategia agricola nazionale che in Italia è sempre mancata, per tutelare il reddito delle imprese e garantire cibo sano e sicuro ai consumatori. Dobbiamo fare squadra per sostenere il comparto in questa fase difficile. Servono risposte tempestive perché le aziende sono in estrema sofferenza e non possono aspettare ancora i tempi della politica”.
IL DECRETO AIUTI BIS – Per Cia, prima di tutto, la richiesta di proroga del credito d’imposta per l’acquisto di gasolio agricolo nel nuovo Decreto Aiuti, che “sarebbe un segnale importante d’aiuto e di vicinanza alle imprese -ha detto Fini- piegate dal caro carburante”. Proprio su questo, è arrivata la pronta risposta di Patuanelli: “Siamo in una fase conclusiva con la gestione degli affari correnti -ha spiegato il ministro- ma continuiamo a fare le cose che servono. Ho inviato a Palazzo Chigi la proposta di norma da inserire nel Dl Aiuti, con la proroga del credito d’imposta per gli agricoltori sui maggiori oneri energetici. È chiaro che si tratta di una misura onerosa che vale circa 450 milioni, ma se le risorse nel Decreto arrivano a 14-15 miliardi, non si può pensare di non riservare all’agricoltura l’aiuto che merita”.
GLI ALTRI PUNTI DELL’AGENDA CIA – D’altra parte, per far fronte agli aumenti ingiustificati su materie prime e costi di produzione, secondo Cia, è necessario: il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere; la riduzione del sistema di accise sui carburanti; incentivi al reddito e strumenti, anche assicurativi, per remunerare l’eventuale riduzione dei prezzi pagati agli agricoltori nei prossimi mesi rispetto ai valori attuali. In più, serve l’immediata attuazione della misura per l’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per il settore agricolo, attivandosi in sede comunitaria per valorizzarne il contributo all’interno delle comunità energetiche. “Il governo può ancora farsi valere in Europa sull’agrifotovoltaico -ha sottolineato Fini-. È una battagli difficile, ma importante, le imprese devono poter beneficiare del superamento del vincolo dell’autoconsumo per poter fare investimenti”.
Quanto ai cambiamenti climatici, evidenti con la siccità di quest’estate bisogna, per Cia, definire un decreto legge ad hoc sulla gestione dell’emergenza idrica. Azioni che non basteranno, comunque, se non si predispone e avvia subito un progetto infrastrutturale per la creazione di una rete di nuovi bacini e invasi, diffusi sul territorio, per l’accumulo e lo stoccaggio di acqua piovana.
Il Decreto Flussi che si attende a settembre, per l’assunzione di 130 mila lavoratori stagionali, deve prevedere un’ampia quota riservata agli agricoli. Cia sollecita, inoltre, anche strumenti di flessibilità contrattuale per reperire, in qualsiasi momento, la manodopera necessaria. La misura deve riguardare tutte le tipologie di lavoratori con deroghe specifiche e di semplificazione. Occorrono i “corridoi professionali” che puntano su formazione, specializzazione e politiche per l’integrazione, rilanciando anche le aree rurali. Va defiscalizzato il costo del lavoro in agricoltura.
Anche sull’emergenza fauna selvatica con oltre di 2 milioni di cinghiali in circolazione, l’attenzione deve restare alta, procedendo rapidamente con gli indennizzi per la PSA, contemplando pure i danni indiretti e per l’abbattimento, che siano congrui all’attuale contesto. Va assicurato un incremento delle misure di biosicurezza per la protezione delle aziende suinicole, con interventi a fondo perduto, e superato il concetto di abbattimento selettivo. Dal futuro esecutivo Cia si attende la riforma della legge 157/1992 con l’obiettivo di introdurre una gestione efficace della fauna selvatica, che comprende lupi e grandi carnivori. In Europa bisogna lavorare per accedere al “sostegno eccezionale” per affrontare la Peste Suina, ma non è tutto.
Più in generale, c’è bisogno di un ruolo forte, efficace e risolutivo dell’Italia sui dossier agricoli più scottanti al tavolo della Ue, a partire dalla decisione sul Nutriscore che mette a rischio il Made in Italy di qualità con un sistema di etichettatura ambiguo che non informa, ma condiziona le scelte alimentari dei consumatori. Altrettanto cruciali i provvedimenti per incentivare le agroenergie così come le imminenti scadenze che impongono al governo italiano di inviare alla Commissione il Piano strategico nazionale il prima possibile, affinché l’attuazione della nuova Pac possa partire a inizio 2023. Fondamentale, poi, definire un chiaro quadro normativo comunitario, ampliare la diffusione ed avviare la sperimentazione in campo delle New Breeding Techniques (NBT) per sviluppare piante più green e più resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie.
“Ripartiamo dal senso di responsabilità -l’appello del presidente di Cia dal Consiglio direttivo nazionale-. L’Italia ha avviato la ripartenza da più di un anno e dal futuro governo ci aspettiamo che prosegua speditamente la marcia con l’agricoltura protagonista dell’agenda politica”. Fini ha voluto, quindi, ringraziare il ministro per l’impegno e la dedizione dimostrata al settore in tempi complicati segnati prima dalla pandemia e poi dalla guerra. “Grazie a tutti voi -è stata la risposta di Patuanelli-. In quest’anno e mezzo, ho apprezzato la costante propositività di Cia. Abbiamo sempre provato a costruire insieme le migliori soluzioni e strategie a sostegno del settore. Lavorerò fino al giorno delle elezioni per aiutare gli agricoltori a uscire dalla crisi e contribuire di nuovo alla ripresa del Paese”.