ROMA – Intervenire subito con misure straordinarie per garantire un’irrigazione di soccorso “entro i prossimi 5 giorni” per “non compromettere l’intera produzione risicola in Lombardia e in Piemonte e i tanti sforzi praticati dagli imprenditori agricoli in questa difficilissima stagione”. A chiedere un intervento urgente da attuare nelle prossime ore è il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Gian Marco Centinaio, considerando che “la maggior parte del riso non ancora compromesso, soprattutto in provincia di Pavia, sta vivendo una fase agronomica particolarmente delicata prossima alla spigatura e che molte migliaia di ettari sono ormai definitivamente compromessi ed altrettanti a rischio di perdita del raccolto”.
Il sottosegretario ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, ai ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e ai presidenti di Lombardia e Piemonte, Attilio Fontana e Alberto Cirio. A ciascuno per quanto di propria competenza si chiede per i prossimi 15 giorni di “derogare agli obblighi di rilascio del Deflusso minino vitale – riducendo del 90% – su Ticino, Po, Dora Baltea e Sesia nelle province di Torino, Vercelli, Novara, Pavia, Varese e Milano; prevedere un utilizzo straordinario dagli invasi idroelettrici piemontesi e valdostani con un rilascio almeno pari alle portate accumulate, secondo i dati dell’Autorità di Bacino per il fiume Po, tra la seconda decade di giugno 2022 e la seconda decade di luglio 2022, garantendo una portata complessiva di circa 15 m3/s; derogare gli attuali obblighi di riparto tra Associazione Irrigazione Est Sesia ed Associazione Irrigazione Ovest Sesia, prevedendo la priorità per le porzioni territoriali più provate di Lomellina e Pavese anche con un diverso riparto delle portate del Lago Maggiore” Così si potrà salvare il raccolto di riso del 2022.
Il sottosegretario ricorda inoltre come “l’attuale complessa situazione geopolitica ed economica internazionale” abbia “già causato limitazioni all’export di numerosi prodotti alimentari tra cui il riso con ripercussioni sull’industria nazionale della trasformazione, che, qualora non reperisse materia prima italiana, potrebbe abbandonare nel futuro le produzioni nazionali”. Inoltre “un ulteriore incremento delle superfici risicole compromesse – conclude Centinaio – determinerebbe un tale calo della produzione risicola da intaccare l’intera filiera e, di conseguenza, l’approvvigionamento alimentare nazionale”.