BOLOGNA – È disastrosa la campagna maidicola in Emilia Romagna: sono da poco iniziate le prime trebbiature che confermano un raccolto più che dimezzato, se non inesistente, nelle aree in cui non è stato possibile irrigare. Lo segnala Cia Emilia Romagna che, alla luce dei dati segnalati dai propri associati, conferma un drastico calo produttivo dovuto essenzialmente alla siccità.
“Il mais è una coltura importante per la filiera zootecnica ed agroenergetica, ma l’assenza di piogge ne ha compromesso la maturazione con una quasi inesistente produzione di granella. Questo cereale – commenta Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna – ha esigenze idriche elevate e anche chi ha avuto possibilità di intervenire con le irrigazioni ha ottenuto scarse performance. A limitare gli interventi di soccorso anche gli elevati costi energetici. Inoltre – prosegue Francia – il prodotto trinciato per gli impianti bioenergetici ha scarso potere calorico per l’inconsistenza della granella, principale elemento in grado di sviluppare maggiore energia nei biodigestori”.
In pratica il alcune aree (lo scorso anno gli ettari in Emilia Romagna erano 95 mila, superficie analoga a quella del 2022) le trebbie non entreranno nemmeno in campo mentre chi ha già iniziato a raccogliere a malapena ha ottenuto produzioni di 50 quintali per ettaro.
“La perdita è in media di almeno del 60% del raccolto – lamenta ancora Francia– e questa situazione getta un’ombra sulle future semine. Con queste condizioni – conclude – è difficile per gli agricoltori puntare ancora su questo cereale, soprattutto per l’investimento che hanno dovuto sostenere in termini di costi produttivi che non verranno ripagati”.