COMO – Gestire le alte temperature e assicurarsi una produzione che tende alla riduzione massima dei residui nel pomodoro oggi è possibile e ci sono le prove. Test in campo, che hanno comprovato questa tesi, sono stati infatti condotti da Arrigoni in due diverse situazioni: presso l’azienda ortofrutticola G.R.A.L. di Licata (Agrigento), realtà che oggi conta ben 50 ettari tra tunnel e serre, all’interno dei quali si producono diverse tipologie di ortaggi, e a Putignano, in provincia di Bari, durante la scorsa estate, tra giugno e agosto.
Lea Sferrazza e Giacinto Marzullo, soci di G.R.A.L., rilevano: “Per il pomodoro datterino, nostra produzione d’eccellenza, abbiamo puntato su Biorete Air Plus di Arrigoni, ottenendo riscontri molto positivi sotto diversi aspetti. Alla protezione meccanica dagli insetti, si unisce infatti il vantaggio dell’areazione, che si attesta su buoni livelli anche nelle file più lunghe. In una serra ben arieggiata, peraltro, la pianta rimane esente da muffe e da malattie crittogamiche, come alternaria, cladosporiosi e oidio. Migliorano quindi decisamente la stessa crescita della pianta e la qualità del prodotto. C’è inoltre un altro importante aspetto da considerare. Biorete Air Plus, grazie alla netta diminuzione dell’impiego della chimica, migliora nettamente pure la vita degli insetti utili. L’allegagione è quindi implementata grazie a un ambiente più confortevole anche per bombi e nesidiocoris”.
“Gli obiettivi della sostenibilità e del controllo delle temperature – commenta Milena Poledica, agronoma di Arrigoni – sono tra le sfide più complesse della moderna agricoltura, che dobbiamo vincere per assicurare da una parte prodotti sempre più salubri e salutari sulle tavole dei consumatori, dall’altra per garantire maggiori opportunità di reddito ai produttori”.
Alla già citata Biorete Air Plus si aggiunge infatti Prisma, una gamma di schermi protettivi che ottimizzano la diffusione della luce garantendo al contempo il controllo della temperatura, per serre ad alta tecnologia. Anche in questo caso, in test condotti in campo è stato verificato che con questa soluzione la luce si diffonde in modo più uniforme attorno alla pianta, anche nelle parti più basse. Si riducono quindi i danni da scottature e si migliora il contenuto in polifenoli negli ortaggi. La temperatura inferiore facilita inoltre il lavoro degli operatori. I risultati delle prove condotte a Putignano sono stati sorprendenti: da un minimo abbassamento di 4 gradi centigradi rispetto all’esterno, con gli schermi Prisma si è raggiunto un picco di -8,8°, grazie all’effetto combinato del fattore ombreggiamento e dell’additivo rinfrescante contenuto nell’agrotessuto. L’effetto contrario, peraltro, è stato ottenuto durante le ore notturne, con le colture protette che hanno registrato uno choc termico decisamente minore, poiché le temperature all’interno si mantengono leggermente superiori.
A completare il sistema protettivo per il pomodoro è poi la Net House, l’innovativo sistema di copertura che si configura come una valida soluzione ibrida tra serra e pieno campo, offrendo vantaggi sia dal punto di vista colturale, con un migliore controllo della temperatura, sia sul fronte del risparmio economico, con una sensibile riduzione dei costi di installazione rispetto a una serra tradizionale. D’altra parte, l’installazione di tipo Net House è possibile con l’utilizzo di numerosi agrotessili della gamma Arrigoni a seconda della zona climatica in cui si opera. Adottando questo speciale sistema, è possibile coltivare anche in piena estate grazie all’ambiente protetto, ottenendo al contempo una maggiore ventilazione in climi caldi e un’efficace protezione anche contro i più piccoli insetti nocivi.
“Il pomodoro – commenta Paolo Arrigoni, ceo dell’omonimo Gruppo – è una delle piante più delicate in termini di gestione agronomica. Diverse sono infatti le patologie e i parassiti che possono attaccarlo. Il marciume apicale, la peronospera, la nottua e la tuta absoluta, rappresentano soltanto alcuni dei problemi più comuni. Giocoforza, è anche una delle colture per cui si rende normalmente necessario l’impiego di agrofarmaci. A tutto ciò, si aggiunge l’insidia delle alte temperature, spinte sempre più dai cambiamenti climatici. Basti pensare che, solo nel corso del 2021, il 20% della produzione di pomodori nel Sud Italia è andato perduto proprio a causa del caldo torrido. Grazie alla ricerca che conduciamo ogni giorno in azienda, è oggi possibile cambiare completamente paradigma, imboccando la strada dell’abbattimento dei residui e di un ambiente di coltivazione ideale”.