CAGLIARI – Serre distrutte, colture in pieno campo abbattute. È il bollettino del nubifragio che ieri pomeriggio si è materializzato all’improvviso nel sud Sardegna. Diverse aziende agricole del Parteolla e dell’’hinterland di Cagliari, in particolare Assemini, in pochi minuti si sono dovuti arrendere al maltempo subendo forti perdite.
I chicchi di grandine e il forte vento si sono trasformati in vere e proprie pallottole che hanno frantumato le serre di Assemini, scoperchiandole. Ed hanno letteralmente distrutto nel Parteolla campi di ortive (zucchine, peperoni, cetrioli, pomodori) cosi come alcune vigne: l’uva ormai pronta alla raccolta è stata flagellata soprattutto quelle del vermentino, chardonnay e monica. Nel day after in Sardegna non si possono che raccogliere i cocci e cominciare l’ennesima conta dei danni. Nelle serre si tratta di quantificare le perdite mentre per le colture da campo occorre attendere alcuni giorni per avere un quadro più preciso dei danni.
“È un film già visto purtroppo ed al quale stiamo assistendo sempre più spesso e con continuità – afferma desolato il presidente provinciale di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas -. I cambiamenti climatici stanno condizionando e dettando i tempi dell’agricoltura. Il clima si sta tropicalizzando e ci sta abituando ad aventi estremi. Sarebbe normale richiedere lo stato di calamità naturale ma vedendo quando è successo negli ultimi anni per colpa della burocrazia appare solo tempo perso. Ci sono infatti ancora migliaia di pratiche inevase della siccità del 2017 e delle calamità del 2018”.
(la foto è di repertorio)