BERGAMO – “Per le imprese agromeccaniche lombarde si apre una prospettiva di particolare interesse per la produzione di energia rinnovabile grazie al decreto attuativo sull’agrisolare. Sono infatti oltre 2.500 le imprese che svolgono contoterzismo professionale e che possono destinare i tetti dei capannoni al fotovoltaico, con una capacità stimata di almeno 500.000 kilowatt solo per la Lombardia, anche se temiamo che lo scoglio sia un problema di risorse e di destinazione delle stesse”. È sostanzialmente positivo il commento di Leonardo Bolis, presidente di Confai Lombardia, sul provvedimento licenziato dal Governo all’interno del Pnrr per finanziare la produzione di energia rinnovabile in agricoltura attraverso i pannelli fotovoltaici.
“I numeri espressi dal contoterzismo professionale agricolo della Lombardia, strutturato con aziende rilevanti sul piano dimensionale e con una notevole propensione all’investimento, potrebbero di fatto largamente superare gli obiettivi che si è dato il Mipaaf a livello nazionale – osserva il coordinatore regionale di Confai, Sandro Cappellini – e senza consumare nemmeno un centimetro di suolo agricolo, ma solo attraverso le coperture dei capannoni aziendali”.
Confai Lombardia manifesta pertanto una concreta preoccupazione dovuta al fatto che le imprese agromeccaniche, pur rientrando a pieno titolo nel provvedimento, sono destinatarie di una fetta residuale dei finanziamenti (si parla di una quota complessiva di 150 milioni di euro), peraltro condivisa con l’industria agroalimentare.
“L’auspicio di Confai Lombardia è che si trovino soluzioni più vicine alla propensione reale di investimento delle imprese beneficiarie delle risorse, inserendo il comparto agromeccanico nella Tabella 1A, che per ora comprende solo le aziende agricole attive nella produzione primaria ed è finanziata con risorse più consistenti. In questo modo si potrebbe mettere in atto quel cambiamento epocale che tutti i potenziali produttori di energia rinnovabile si aspettano – conclude Enzo Cattaneo, segretario generale di Confai Lombardia -: la possibilità cioè di andare oltre il vincolo dell’autoconsumo e poter vendere in rete l’energia prodotta, così da migliorare la redditività e la competitività e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili”.
Dall’associazione fanno sapere, infine, che sarebbe doveroso dare corso ad una semplificazione delle procedure burocratiche previste dal bando, che nella versione attuale non sembrano destinate a favore di un’efficiente gestione delle domande.