ROMA – Serve una strategia, programmata e competente, per evitare tragedie come quella avvenuta nelle Marche nelle scorse ore.
“Purtroppo – sottolinea Sabrina Diamanti, presidente del Consiglio dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali (CONAF) -, ci troviamo a ripetere sempre più spesso le stesse cose. La siccità di quest’estate non può essere una giustificazione, anche se senza dubbio ha avuto un ruolo nell’aggravare la capacità di reazione alle forti piogge. Dobbiamo cambiare rotta e siamo già in ritardo.
Continuiamo ad agire sul territorio e nelle città con schemi obsoleti e purtroppo continuiamo a contare vittime – aggiunge Diamanti -. Stiamo vivendo la diretta conseguenza della mancanza di programmazione e progettazione che da decenni caratterizza il nostro Paese, accompagnata da un dissennato utilizzo del suolo e da una mancanza di innovazione”.
Sette morti e tre dispersi. “Si resta attoniti davanti a queste parole e i danni materiali diventano una notizia di scarsa importanza. Il nostro primo pensiero va alle famiglie delle vittime, nella speranza che il computo dei danni si fermi presto” – commenta la presidente del Conaf.
“Passata l’immediatezza dell’emergenza – aggiunge la Diamanti -, però, urge pensare al domani: situazioni analoghe si ripeteranno, poiché l’Italia ha fragilità ben note e la pioggia che si è abbattuta sulle Marche ha semplicemente accentuato le difficoltà del nostro territorio a reagire agli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti”
“Siamo vicini alle famiglie coinvolte in questa situazione. L’Ordine degli agronomi e forestali delle Marche è a disposizione della Protezione civile, con cui abbiamo un protocollo proprio per agire rapidamente in questi momenti di emergenza” – dichiara Paola Sabbatini, Presidente dell’Ordine delle Marche che in quei territori vive e lavora.
“Da domani, siamo a disposizione anche di tutte le istituzioni: servono da subito le conoscenze e le competenze dei tecnici qualificati, che vanno sfruttate per non dover pagare un conto di anno in anno più insostenibile. La cura e l’attenzione alle mutate esigenze del territorio sono gli unici strumenti di prevenzione in grado di permetterci di affrontare anche eventi di tale eccezionalità e il presidio del territorio deve essere affidato a chi in questi territori vive e chi, come gli agronomi e forestali, ci lavora” – conclude Sabbatini.
Insomma, serve una strategia chiara per governare un territorio fragile. Agronomi e forestali conoscono bene le criticità di un ambiente delicato e sanno che non esiste una soluzione univoca, ma si deve agire di concerto, programmando una strategia volta a proteggere un territorio fragile, che sarà sottoposto a frequenti eventi estremi.
Il maltempo che ha colpito ieri le Marche, infatti, è solo l’ultimo episodio di una serie di eventi che ci accompagnano e che, purtroppo, saremo costretti a sentire ancora.