ROMA – Cresce l’allarme per la crisi energetica e i prezzi aumentano, ma gli investimenti per le rinnovabili rischiano di restare al palo.
In particolare, la possibilità di installare almeno 100 GW di cui l’Italia avrebbe bisogno per garantire la sicurezza energetica del paese, il doppio di quanto previsto dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) al 2030, sembra sempre più remota. A fronte di questa prospettiva, dai dati pubblici sul portale del MiTe è evidente che la partita autorizzazioni non è risolta.
In ambito FER sono più di 500 i progetti di energia rinnovabile bloccati dalla burocrazia e in attesa di autorizzazione da parte della Commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale).
I 2/3 dei progetti bloccati è costituita da impianti per la produzione di fotovoltaico, che nella maggior parte dei casi è ancora nelle fasi preliminari. È quanto emerge dall’analisi effettuata, sui dati pubblici del MiTE, dall’Alleanza per il fotovoltaico, che rappresenta alcuni dei principali operatori energetici impegnati nello sviluppo di soluzioni per l’energia solare utility scale sul territorio italiano.
Sul totale dei progetti fotovoltaici ed eolici attualmente visibili sul portale del MITE, ad oggi risulta autorizzato solamente un impianto eolico da 40MWp. 100 MW di capacità di energia solare, sono attualmente in attesa di un parere da parte del Ministero della Cultura, dopo che la commissione tecnica PNIEC PNRR ha espresso il suo parere.
Oltre 16 GW di capacità di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile risultano fermi alle fasi di verifica amministrativa e di istruttoria tecnica. Alla preoccupazione per la sicurezza energetica e la transizione ecologica nazionale, si aggiunge il rischio di perdere gli oltre 10 miliardi di investimenti, stanziati dalle aziende del settore, senza alcun onere per lo Stato. Non possiamo permetterci di perdere investimenti privati nel settore energetico proprio ora, quando il Governo è impegnato a stanziare ingenti risorse economiche per sopperire agli aumenti del costo dell’energia e sostenere imprenditori e famiglie.
Tale blocco rischia di rivelarsi drammatico per il Paese. L’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili è una necessità strategica per il Paese in chiave economica, sociale ed ambientale e come tale deve trovare una sua programmaticità.
Il suo sviluppo non può più essere gestito con procedure straordinarie (la questione autorizzativa non può sempre finire sul tavolo del CdM), ma deve essere frutto della sintesi tra MiTe e Ministero della Cultura. In particolare, è necessario che i pareri di MIC e soprintendenze – forniti in fase di valutazione – non prevedano una opposizione netta e indistinta a qualsivoglia progetto, anche qualora non sussistano vincoli effettivi. Obiettivo comune deve essere infatti quello della decarbonizzazione, della riduzione della dipendenza da importazioni di fonti fossili (anche in un’ottica di indipendenza dalla Russia) e del contrasto al cambiamento climatico, ad oggi principale minaccia per il nostro paesaggio.