ROMA – “Non c’è tempo per gestire conflitti sull’utilizzo delle risorse idriche in tempo di crisi: per questo, alle prime avvisaglie di significativa siccità avevamo chiesto la nomina di un commissario, in capo alla Protezione Civile, per dirigere l’emergenza. La crisi di governo ha bloccato l’iter e le Autorità di Bacino Distrettuale si sono rivelate determinanti per contemperare i molteplici interessi gravanti sull’uso dell’acqua, permettendo così di portate a termine una stagione particolarmente difficile. Resta, però, aperto il problema dell’autorità decisionale, perché l’estremizzazione degli eventi atmosferici non permette ritardi”: a porre la questione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al Festival dell’Acqua, organizzato da “Utilitalia” a Torino; con lui i Segretari delle Autorità di Distretto delle Alpi Orientali e del Fiume Po, nonché i rappresentanti delle Regioni Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
“La crisi idrica di quest’anno – prosegue il Presidente di ANBI, in occasione della giornata di sciopero globale per il clima – – è la settima in 19 anni a testimonianza di un accadimento, che non è casuale, ma ormai endemico e che abbisogna di risposte strutturali anche sul piano della governance, oltre che in opere come quelle proposte nel Piano Laghetti, presentato da ANBI insieme a Coldiretti e di cui sono già cantierabili oltre 200 progetti in tutta Italia. Al nuovo Governo diciamo che abbiamo poco tempo e tante sfide per salvaguardare una risorsa fondamentale come l’acqua. È necessario ottimizzarne e monitorarne la distribuzione; bisogna infrastrutturare il territorio con nuove opere idrauliche ed invasi plurifunzionali per aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia, migliorando la salvaguardia idrogeologica e creando riserve per i momenti di necessità; infine, va affrontata la questione delle acque reflue, un’importante opportunità, per il cui utilizzo in agricoltura, però, necessitano innanzitutto assolute garanzie di salubrità.”
“E’ una strada, su cui abbiamo avviato il confronto – gli fa eco Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, anch’egli intervenuto al Festival dell’Acqua – D’altronde dobbiamo ricordare che la siccità di quest’anno ha comportato danni per 6 miliardi di euro all’agricoltura, che si aggiungono ai 7, che in media si spendono annualmente per riparare le conseguenze di eventi naturali, quali la recente alluvione nella Marche, una cui prima stima parla di danni per 3 miliardi di euro. Sono le facce di una stessa medaglia, la cui prevenzione costerebbe 5 volte di meno e che possiamo riassumere in uno slogan: difendere l’acqua, difendersi dall’acqua.”