ROMA – Bollette energetiche triplicate, costi della molitura delle olive alle stelle per le aziende italiane, ancora di più per i piccoli hobbisti.
Aumenti in tutta Italia, anche se in percentuali differenti, a meno che non si sia già autonomi nella produzione di energia. Costi più alti nelle regioni in cui la produzione è storicamente limitata, ma di sicuro ci saranno ripercussioni dirette per le aziende e per il consumatore finale.
Toscana – “La bolletta dell’energia a luglio 2021 era stata di 420 euro, a luglio 2022 abbiamo ricevuto una bolletta di 1.350 euro. Con questa proporzione la bolletta di novembre sarà fra i 35mila e i 40mila euro”. I costi energetici sono alle stelle anche per i frantoi italiani, a pochi giorni dall’accensione dei macchinari per la molitura delle olive. A parlare è Filippo Legnaioli, presidente del Frantoio del Grevepesa, una cooperativa con 190 soci, nel cuore del Chianti, a San Casciano Val di Pesa (Fi).
“La situazione è drammatica” dice Legnaioli. E allora come fare? “I costi attuali non sono sostenibili. Le contromisure che attueremo nel breve periodo sono due: la prima è una decisione sofferta, ma inevitabile, ovvero alzare i costi per le aziende agricole”.
Per le grandi quantità l’incremento sarà di circa il 25-30%, almeno. Nel 2021 il costo della molitura era di 16 euro al quintale, “quest’anno – spiega Legnaioli – non potremo fare meno di 19,5 euro/qle, anche se come cooperativa facciamo il possibile per calmierare i prezzi”. Ma questo sarà il costo minimo perché si potrà arrivare anche a 25-27 euro al quintale, soprattutto se si è hobbisti con pochi quintali di olivi da frangere. Insomma, per 10 quintali di olive si passerà da 160 euro di spesa a 250 euro.
“Sul medio-lungo periodo invece, diventa cruciale l’efficientamento energetico in chiave green – aggiunge -, con il fotovoltaico e l’agrivoltaico, oltre a tutti gli strumenti tecnologici, innovazione e ricerca in grado di contenere i costi energetici”.
Trentino (Garda) – Problemi, non solo legati al caro energia, anche dove si produce l’extravergine più a nord d’Europa, il Garda. Siamo in Trentino in particolare, ad Arco (Tn) dove uno storico frantoio, quello di Madonna delle Vittorie, è alle prese con le prime moliture. “Nel nostro caso abbiamo considerato un aumento del costo di produzione di circa il 15% rispetto al 2021. Questo significherà per l’olio, e quindi per il consumatore, circa 11 euro in più a litro – dice Alessandro Marzadro, titolare insieme alla famiglia della struttura che ospita anche tanti produttori di olive del territorio – quello che preoccupa inoltre è anche il costo delle bottiglie, specifiche per l’olio, che si aggira intorno a un +40%”. Il futuro, tuttavia è già di casa qui: la struttura ha infatti avuto un restyling recente con la realizzazione di un impianto fotovoltaico, oltre al recupero dei reflui.
Liguria – Non cambia molto in Liguria, dove il costo per la molitura subirà aumenti intorno al 20% rispetto allo scorso anno. Dai 24 euro a quintale quindi ci vorranno circa 29 euro per frangere un quintale di olive. “Un report che abbiamo discusso proprio nei giorni scorsi insieme agli altri frantoiani regionali e che purtroppo accomuna tutto il comparto – spiega Marco Lucchi, titolare del Frantoio Lucchi e Guastalli di Santa Stefano Magra (Sp) – dal nostro punto di vista oltre al costo energetico che incide molto, insieme a quello del gas per il riscaldamento delle strutture, dobbiamo anche registrare il costo dei trasporti, per esempio per la sansa che noi di norma trasportiamo a Grosseto dove abbiamo l’impianto a biogas più vicino”. Rincari che, secondo Lucchi, non incideranno sulla quantità di olio prodotto, anche la parte produttiva adeguerà il costo maggiorato a litro di olio. Rincari anche per il nocciolino, dice Lucchi “che noi utilizziamo per riscaldare in parte la nostra struttura, ma anche per la vendita”. Per il futuro pannelli fotovoltaici là dove possibile, ma non serviranno a coprire tutti i rincari.
Lazio – Inizia la 58esima campagna olearia, 1.100 soci e 3mila ettari di oliveto rappresentati, all’Oleificio sociale cooperativo di Canino (Vt): “Avremo un aumento dei costi per la molitura dovuta all’aumento dell’energia elettrica, ma è ancora presto per dire quanto sarà questo aumento. I costi maggiori in bolletta li avremo dal prossimo gennaio” spiega ad agricultura il direttore Claudio Mazzuoli.
Abruzzo – In Abruzzo la sansa e il biogas salvano il prezzo al produttore. “Gli aumenti di molitura sono raddoppiati rispetto allo scorso anno, dice Gennaro Montecchia, titolare del Frantoio Montecchia a Morro D’Oro (TE) – almeno del 50%, ma ai nostri produttori abbiamo applicato un rincaro di circa il 20% passando dai 16 euro al quintale dello scorso anno ai circa 19 al quintale di quest’anno, sono tutte piccole aziende familiari, molti di loro, considerato anche il calo produttivo intorno al 50%, rischiano di non cogliere nemmeno altrimenti”. “Quello che possiamo perdere dalla molitura lo recuperiamo sulla vendita di nocciolino per gli impianti a pellet e per la sansa per quelli a biogas, in questo modo riusciamo a non andare in perdita e a garantire un servizio a costi accessibili ai produttori. A questo si aggiunge il nostro impianto fotovoltaico che riesce in parte a diminuire il costo energetico”. Per il futuro il frantoio sta già pensando a un impianto a biogas. “Lo stiamo valutando insieme ad altri frantoiani, così da ottimizzare i ricavi senza buttare via nulla della produzione”.
Puglia – Anche in Puglia la situazione non è delle migliori, anche se si parte da un prezzo di molitura decisamente più basso rispetto al resto d’Italia. “Quest’anno siamo arrivati a circa 18 euro al quintale, ma raddoppiando rispetto al 2021 quando in media il costo di molitura a quintale era sui 7/9 euro – dice Antonio Greco, responsabile OP Puglia Olive -. Molti dei frantoi pugliesi sono già attrezzati per la vendita di sansa per il biogas, altri con il fotovoltaico. Il problema sarà per i produttori, il prezzo al litro dell’olio è di circa 5,50 euro, sopra i 6,50 euro la distribuzione e gli imbottigliatori non compreranno”. Senza considerare che anche in Puglia l’annata è scarica a causa di un attacco di mosca: “Abbiamo perso circa il 40% del raccolto di olive, contiamo a questo punto sull’unico anello della filiera che non può rimetterci, anche guadagnando di meno: la grande distribuzione organizzata”.
Puglia che negli ultimi tre anni, nella sola provincia di Lecce, ha già perso circa cento frantoi, a causa del calo di produzione, della xylella e adesso del caro energia .
Sicilia – Anche in Sicilia la molitura avrà degli aumenti. “Nel 2021 il prezzo per la frangitura di 1 quintale di olive era di 13 euro, quest’anno sarà di 16 euro” ci fa sapere Dino Totaro dell’Oleificio Todaro, a Valderice (Tp). Quindi 3 euro in più che avranno delle lievi ricadute anche sul prezzo dell’olio extravergine, che passerà da 4 euro al kg dello scorso anno, ai 5 euro/kg del raccolto 2022. “Nelle annate con molta produzione come nel 2021 – aggiunge Todaro – il nostro frantoio lavora quattro mesi (ottobre-gennaio) quest’anno sarà una stagione di minore produzione, con gli aumenti dei costi che sappiamo”.
A cura di Alessandro Maurilli e Lorenzo Benocci