VENEZIA – È partita la raccolta delle olive in buona parte del Veneto, dai Colli Euganei alla provincia di Verona. Dalle prime impressioni l’annata 2022 si profila decisamente migliore rispetto allo scorso anno, quando le condizioni atmosferiche avverse causarono la perdita quasi totale della produzione. Si prevede comunque un calo del 30-40 per cento a causa della siccità, con un olio però strutturalmente importante.
“Il caldo siccitoso ha inciso molto – sottolinea Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto -, anche se le perdite saranno più o meno alte a seconda delle zone e dell’irrigazione, e quindi avremo un andamento a macchia di leopardo. Quest’anno non abbiamo, però, subito le gelate primaverili dello scorso anno e quindi, complessivamente, sarà un’annata buona, anche se lontana da quelle eccezionali del 2020 e del 2018. Dalle prime moliture l’olio, proprio in conseguenza della scarsità d’acqua, appare molto forte, strutturato, aromatico e con alto contenuto di polifenoli. Ci sarà un effetto sul prezzo di vendita dovuto al caro-bollette, ma anche al rincaro di materiali come bottiglie, latte, cartoni. Si prevede un ritocco all’insù di almeno 50 centesimi al litro”.
Dopo l’annata boom del 2020, l’ultima è stata di scarica, con una resa crollata del 90%. In aumento, invece, la superficie coltivata a olivi in Veneto: secondo i dati 2021 di Veneto Agricoltura, la superficie totale è di 5.412 ettari (+1,4%), con quasi il 70% degli oliveti localizzato in provincia di Verona (3.568 ettari), seguita da Treviso , Vicenza e Padova. Nel 2021 la quantità raccolta si è fermata a 24.800 quintali: una cifra ben lontana dai 220.000 quintali del 2018 e dai 246.400 del 2020.